mercoledì 22 maggio 2013
Siria, ora Hezbollah manda i suoi uomini d’élite a combattere per Assad
Il salto di
qualità, 798 giorni dall’inizio della crisi. Dopo il successo militare
tra domenica e lunedì – con una città, Qusair, ormai strappata ai
ribelli – nelle ultime ore centinaia di militari di Hezbollah hanno
varcato il confine tra Libano e Siria e si preparano a lanciare
l’attacco anche ad altre città in mano agli anti-Assad.Una novità
che fa entrare la guerra civile siriana in un nuovo contesto. Non più
faccenda gestita dall’interno, ma sempre più in mano agli stranieri
provenienti dal Libano (Hezbollah), dall’Iran che a loro volta se la
devono vedere con i milioni di dollari che arrivano da settimane ai
ribelli con mittente Qatar. Il tutto poche ore dopo che il presidente
Usa Barack Obama ha chiamato Beirut per esternare la sua preoccupazione
sul ruolo dei miliziani sciiti. E mentre nel Golan si fanno sempre più
intensi gli spari tra esercito di Assad e quello israeliano, tanto da
aver portato alla distruzione di una jeep militare di Gerusalemme che
percorreva le linee dell’armistizio.«A Qusair
Hezbollah guida l’avanzata militare via terra, mentre l’esercito di
Assad bombarda con i caccia», spiega Rami Abdel Rahman, direttore
dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong con sede a
Londra. Mentre l’agenzia France Presse aggiunge che «fonti vicine al
gruppo sciita rivelano che in Siria sono stati mandati uomini dell’unità
d’élite». Insomma, non «semplici» militari. Per ora, dopo due giorni di
battaglia, sarebbero morti 31 membri di Hezbollah, 70 ribelli, 9
soldati siriani, 3 paramilitari e 4 civili.
Per la prima
volta, quindi, Hezbollah entra in prima linea nel conflitto. E le
conseguenze rischiano di portare l’intera regione a entrare in guerra.
Perché Israele – così come gli Stati Uniti – non ha nessuna intenzione
di lasciare la zona in mano a miliziani che cercano di impossessarsi
delle armi chimiche di Damasco. E c’è chi teme che, con le elezioni alle
porte, a Teheran qualcuno possa avere tutto l’interesse – politico – di
aizzare gli animi, di provocare una reazione violenta di breve durata,
ma utile a spostare le preferenze popolari verso la propria parte.La
situazione inizia a farsi confusa anche in Libano. Anche qui a giugno ci
saranno le elezioni. Elezioni che, però, potrebbero saltare in attesa
di una legge elettorale che piaccia a tutti. L’incertezza politica
quindi cade negli stessi giorni in cui Hezbollah torna alla ribalta
internazionale e, secondo alcuni analisti, finirà per dividere ancora
una volta il Paese dei cedri tra chi è pro e chi contro i miliziani
sciiti.Una
confusione che, novantamila morti dopo, rischia di far annichilire anche
le residue speranze legate alla conferenza di Ginevra del prossimo
mese. Conferenza proposta e organizzata da Usa (anti-Assad) e Russia (al
fianco del presidente siriano) per risolvere la situazione nel Paese.
Ma la discesa in campo di Hezbollah, che non ha nessuna intenzione di
privarsi del corridoio di collegamento con Teheran, rischia soltanto di
complicare la situazione. Situazione che deve tenere sempre più conto
anche di quello che succede in Giordania. I profughi siriani sono
diventati un problema per la sicurezza nel nord del Paese e ogni giorno
che passa sale l’insofferenza per la massiccia presenza.21 maggio 2013,http://falafelcafe.wordpress.com
Etichette:
Abbiamo scelto.....
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento