lunedì 19 maggio 2008

....e sul fondo il lago Tiberiade (Kinnereth)

La banca islamica

Per comprendere la scelta di campo britannica ai tempi dei Libri bianchi degli anni ’30 occorre considerare il rapporto
commerciale con le popolazioni arabe e islamiche dei territori strategici per l’economia di Sua Maestà.
Oggi le linee guida di politica estera seguono la stessa strada di “attenzione” e un interessante caso lo costituisce
quello di una banca britannica che crea una branca islamica per garantire ai propri clienti il rispetto dei principi della Shariah.
(segui link qui esposto)
http://www.standardchartered.com/islamic-banking/en/index.html
Non deve meravigliare l’interesse bancario verso clienti di una specifica religione, non è un caso isolato,
ma una logica di mercato per garantirsi l’attenzione di determinati clienti.
Una banca che già nel nome intendeva garantire ai proprio clienti il rispetto dei loro principi religiosi c’era anche in Italia:
la Banca Cattolica del Veneto, che ha saputo crescere e divenire nel tempo parte di un grande colosso bancario.
In effetti si potrebbe anche ricordare un altro istituto più o meno legato alla finanza cattolica, ma quello ha lasciato ricordi meno allegri:
era il Banco Ambrosiano… collegato a investimenti poco chiari con l’allora (e tuttora esistente) Istituto Opere Religiose, lo IOR, la “banca” vaticana.
Più banca religiosa di così…

*PS Attenzione: a chi fosse tentato di proporre il “boicottaggio”
della Standard Chartered Bank ricordo che essa è l’unica banca
presente nelle Isole Falkland e costituisce non soltanto uno
strumento molto utile per l’economia degli abitanti ma anche un
importante legame con il lontano Regno Unito.
By Federico Falconi

1 commento:

Anonimo ha detto...
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