domenica 18 maggio 2008

Galilea - kibbutz Gazit

«Il nostro appassionante viaggio in Israele»
Il diario della trasferta degli studenti pavesi che hanno vinto il concorso della Provincia

I ragazzi pavesi che quest'anno hanno vinto il concorso "Il tempo della Storia", i loro accompagnatori e alcuni ex vincitori di edizioni precedenti hanno intrapreso un viaggio appassionante in Israele, visitando Tel Aviv, Haifa, le alture del Golan, la Galilea, il kibbutz Degania, il lago di Tiberiade, il Mar Morto e infine Gerusalemme, la città delle tre religioni.

E' la luce quel che resta dei giorni di Israele. Luce mattutina posseduta da un antico splendore a Cesarea Marittima, città di Erode il Grande. Dipinto policromatico mediorientale a San Giovanni d'Acri. Crepuscolo grigio cenere e rosa sul Lago di Tiberiade. Alba di fervida operosità nel kibbutz Degania Bet. Orizzonte di sguardi sulle alture del Golan. Epifania incandescente nella roccaforte di Masada. Bluastra corona salina sul Mar Morto. Divina presenza a Gerusalemme. Insostenibile chiaro/scuro di memorie allo Yad Vashem, il museo della Shohà. Partiti con un po' di preoccupazione (per gli atti di terrorismo accaduti ad inizio marzo), ma con il sostegno convinto dei familiari, siamo stati per sette giorni in un luogo che è tempo e storia, sovrannaturale e terrestre, testimonianza e progetto, fede e slanci utopistici, ferro e fuoco, latte e miele, lacerazione e coesione, ortodossia e integrazione, guerra e pace: museo della storia del mondo, arca delle religioni monoteiste, stazione meteorologica della contemporaneità. Da un'altra prospettiva. Così abbiamo vissuto i nostri giorni, guardando i "passages" d'Israele. Senza pregiudizi, senza la coltre nebbiosa di ottuse contrapposizioni, senza pagare pegno a disinformazione e strumentalizzazione. Liberi di giudicare, con senso critico, il bene e il male, il giusto e l'ingiusto. Consapevoli che la complessità della Storia e delle storie non è riducibile a slogan, formule, schiavitù ideologiche. Quella terra è il nostro passato perenne. Dura, ci riguarda. Dalla Torah, dal Libro viene Gesù ebreo. Dal Discorso della Montagna viene il bisogno di un cristianesimo mite e misericordioso, la necessità del riscatto degli umiliati e degli offesi. L'Islam annovera Cristo tra i profeti. La convivenza tra le religioni ha un nemico comune: i pasdaran d'ogni chiesa, d'ogni pensiero religioso elevatosi a dogma infallibile. A Gerusalemme capisci che ad ogni angolo di strada il divino ti insegue come un vento calmo, paziente e irresistibile. Sta a te capire: il Muro del Pianto, la spianata delle Moschee, il Santo Sepolcro non sono idoli, sono incarnazioni del sacro, della sacralità dell'uomo, di tutti gli uomini. Quella terra è un lungo medioevo di sangue; ma è anche crogiuolo di culture che si sono parlate, che si sono interconnesse, che si sono scambiate lingue, gastronomie, metafore, aneddoti, sillabari dell'esistenza comune. La città crociata di Acco, le bianche trincee del Golan, i bunker rifugio nei kibbutz: memorie di sangue. La spropositata bellezza dei giardini Bahai ad Haifa, le improvvise dolci acque di Banias e di Ein Gedi (concrete apparizioni di vita in mezzo al nulla), l'incomparabile suggestione dell'anfiteatro romano nel sito archeologico di Beith Shean: ritratti a testimonianza di una ostinata ricerca della pace, in ogni epoca, durante qualsivoglia guerra. Quella terra è questione politica di uno ieri recente (i sessanta anni dello Stato di Israele), di oggi e di domani. E' democrazia imperfetta (come tutte le democrazie), ma ha un Parlamento (la Knesset). Dove i profeti di sventura trovano opposizione nei sostenitori delle ragioni della pace e del dialogo. Non dimenticherò facilmente l'immagine del soldato israeliano che cerca un po' di refrigerio in una zona d'ombra seduto accanto a una ragazza araba. Entrambi con un libro in mano. La questione mediorientale ci obbliga a pensare che ogni soluzione sarà per tutti o per nessuno. E noi europei non potremo mai chiamarci fuori da questa vicenda: essa è anche nostra. Quella terra è la terra dei sopravvissuti e dei figli e dei nipoti dei sopravvissuti allo sterminio nazista del popolo ebraico nella "civile" Europa degli anni Quaranta del secolo scorso. Non possiamo dimenticarlo. Non dobbiamo raffreddare, con lo scorrere del tempo, le nostre emozioni. Lo Yad Vashem, il Museo della Shohà, è un ammonimento per sempre. Alle ragazze e ai ragazzi del viaggio studio 2008 del "Tempo della Storia", visibilmente scossi dopo aver visto soprattutto la Sala dei Nomi degli scomparsi e la Sala Memorial dei bambini uccisi nella più grande razzia che sia mai accaduta, dico solo questo: ricordate e raccontate. Avital, una delle nostre guide, aggiunge: «Volevano ucciderci tutti: noi siamo ancora vivi». C'è speranza dunque: una umana e ragionevole speranza nel futuro dell'umanità c'è. di Antonio Sacchi

I commenti dei Ragazzi
MELISSA FERRARI L'emozione di questo viaggio è impossibile da descrivere. Bisognerebbe andare in Israele per capire. Non dimenticherò mai Gerusalemme e neanche la piccola escursione a Betlemme, per non parlare del Kibbutz e delle emozioni provate allo Yad Vashem, dove le parole si trasformano in silenzi carichi di significato.
ANDREA ENRICI Cosa ricordare di questo viaggio? Il Kibbutz o il Mar Morto, il sito di Beith Shean o il Muro Occidentale, la Spianata delle Moschee o lo Yad Vashem? Ogni luogo, ogni momento del viaggio ci ha trasmesso un'emozione forte, unica che abbiamo condivisa con persone belle e speciali come la terra d'Israele.
MARTA FOSSATI E' stato ma un vero e propio viaggio studio che mi ha portato a conoscere la realtà di Israele in tutti i suoi aspetti: storico, sociale, politico. Ho potuto comprendere che Israele non è solo guerra, terrorismo e pericolo ma un luogo così ricco culturalmente, che cambia per sempre il tuo modo di vedere le cose.
ALESSANDRA MERLINI Insieme a nuovi amici ho condiviso un'esperienza di arricchimento culturale e spirituale. Abbiamo compiuto un percorso nello spazio e nel tempo e sono stata sorpresa dal rapido succedersi di paesaggi e intrecci differenti in luoghi così vicini. Vorrei non dimenticare nulla e mantenere l'amicizia con tutti i compagni.
MATTIA CARBONE Un viaggio straordinario come la sua meta. Israele è Europa, è Oriente, è cristiano, è ebraico e musulmano, è integralista e laico, ha sessant'anni di vita e una storia di millenni. Non c'è nulla di ordinario in un posto del genere.
MIRELA CALIMACHE Per descrivere ciò che ho provato in questo viaggio non mi basterebbe un libro intero. E' infatti stata un'esperienza che mi ha fatto crescere da tutti i punti di vista. Un viaggio coinvolgente, interessante, emozionante... semplicemente indimenticabile.
LUIGI DAPRA' Quando sono partito sapevo che stavo per vivere un'esperienza unica. Non ha paragoni la ricchezza che ci è stata donata in una settimana durante la quale abbiamo potuto conoscere culture, storia e persone in un viaggio che rimarrà indimenticabile.
SARA DATTURI Tante emozioni mi invadono il cuore. Il confronto con la realtà è complesso e spesso troppo strumentalizzato per una intera popolazione sia essa Ebraica, araba ortodossa cristiana o musulmana che ha tanta voglia di vivere.
FRANCESCA DATTURI Spazi infiniti e limitati, dal profumo di un passato che riflesso nel presente ritorna a cantare la gloria e la forza di un popolo che ha costruito uno stato a quella che era ed è una nazione. E sia davvero la pace in questo paese di "profughi e santi".
MARIA MIRANDO Visitare Gerusalemme mi ha permesso di conoscere la sua bellezza e la sua eterogeneità: la città, "anima della terra d'Israele" in ogni suo più minuto aspetto dimostra di essere come un mosaico, costituita com'è da lingue, costumi e culture differenti.
MARTA BACCHI La via che abbiamo percorso ci ha trasportati lontano e vicino nello spazio e nel tempo; portandoci a una più acuita percezione delle cose e a una consapevolezza nuova e fortificata. Abbiamo imparato molto, osservando luoghi e panorami mozzafiato ma l'insegnamento più grande è stato quello derivato dalla nostra convivenza e dal confronto con la storia. Questo viaggio incredibile e meraviglioso resterà nei cuori di tutti noi.
FRANCESCA GARDINO Non potrò mai dimenticare le emozioni che mi ha dato queso piccolo, immenso Paese, col suo intreccio di culture e religioni: la pace del deserto, la calma del denso Mar Morto, la frenesia dei mercati arabi, l'allegria della vita nel Kibbutz, la modernità di Tel Aviv, l'antichità e la spiritualità di Gerusalemme. L'intensità del Muro del Pianto, e quel senso di immobilità e devastazione dopo la visita al Museo dell'Olocausto.
RICCARDO MONTAGNA In giro per Israele ci siamo divertiti a passeggiare per città che sembravano incantate; ci siamo anche istruiti sulla storia incredibile di quel paese straordinario e di tutta l'umanità. A contatto diretto con certi luoghi, sacri sia per le religioni sia per la storia, credo di non sbagliarmi affermando che molti di noi hanno penetrato la propria spiritualità arricchendo il sapere enormemente e segnando un'esperienza
ILARIA PADOVAN Il viaggio in Israele è stata davvero un'esperienza fantastica, molto ricca umanamente e culturalmente, capace di far comprendere realtà diverse, ma troppo spesso distorte dai nostri mass media. Un'opportunità regalataci per insegnarci la storia vivendola e non solo studiando date e accadimenti sui libri di storia. Un'occasione unica capace di dare emozioni fortissime. Grazie a chi lo ha reso possibile.
ALESSANDRA CALVI Che dire... una settimana in compagnia di persone fantastiche visitando posti stupendi... c'è qualcosa di meglio? E' stato possibile unire la cultura al divertimento, e penso che questo sia fondamentale per noi giovani. Le emozioni sono state tante: vedere il muro del pianto, visitare il museo dell'olocausto, il sacro sepolcro, gerusalemme, farsi un'idea su come sia la vita in un luogo tanto diverso e lontano dal nostro... insomma, non sono cose da tutti i giorni!! Credo che non mi dimenticherò mai di questa esperienza israeliana!!
DAVIDE MARIA DACCO' Nel viaggio la percezione del tempo si è alterata, dilatandosi e spandendosi. E' stata una settimana che è durata un mese, almeno per me, la settimana più intensa della mia vita e sicuramente quella intellettualmente più formativa: questa sola settimana insieme a Israele mi ha fatto imparare e mi ha fatto crescere più di un intero anno di scuola.
ALESSIA NEGRI Israele è una realtà policromatica, pur avendo una superficie simile a quella della Lombardia, racchiude in se tanta ricchezza, sia a livello culturale e religioso, ma anche per quanto riguarda il paesaggio, il clima, le persone, che mi spinge a gridare a tutti: andate a vedere questo paese, perchè merita davvero e purtroppo noi lo sottovalutiamo, ingiustamente!
BEATRICE FARINA Differenti lingue, culture, religioni, entità etniche ogni giorno convivono in questa terra rendendo Israele un paese unico. Ripartirei subito per rivivere questo viaggio fantastico e indimenticabile, per le emozioni indescrivibili che possono essere provate solo vivendo pienamente Israele.
(09 aprile 2008) http://laprovinciapavese.repubblica.it/

1 commento:

Anonimo ha detto...
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