lunedì 19 maggio 2008

deserto Neghev - tomba di Ben Gurion e della moglie

TESTIMONIANZA

Nel 1945 mio padre aveva 46 anni.
L’immagine della sua faccia da slavo, viso rotondo, occhi azzurri immersi nella nostalgia di una vita non facile ma con uno sguardo cosi dolce, emerge dalla mia memoria.
La sua espressione triste ma tranquillizzante, la sua difficoltà a fare capire i suoi sentimenti profondi fanno parte del bagaglio delle mia infanzia.
Dopo anni di spostamenti in diverse cascine della campagna francese per evitare la Gestapo, la guerra finì e nel mese di Maggio con le nostre valigie cariche di ricordi che avevano attraversato tante province alla ricerca di posti che avrebbero allungato la nostra vita, tornammo a Parigi.
Ho nella mente gli scricchioli della vecchia camionetta e davanti agli occhi i fari dell’esercito americano. Senza di loro 2 o 3 mesi più tardi, come diceva Papa, saremmo finiti ad Auschwitz.
Esausti dalla paura, dalla mancanza di soldi, dai problemi di salute.
Lentamente, sulla strade di Francia inondate di veicoli come il nostro tornammo nella capitale liberata.
L’arrivo a casa, casa che ricordavo, come si poteva ricordare una bambina, casa bella per i nostri mobili, i nostri quadri. Papa aveva un debole per i Fiamminghi, il mio pianoforte, un Pleyel.
Tutto ciò che rappresentava le mie sicurezze era sparito. Il vuoto.
E difficile spiegare un vuoto totale, perché non era un vuoto
materiale, alla mia età. Ma un vuoto nell’anima, un vuoto nei ricordi, un buco nero dove le parole sono mute, dove il tuo respiro si ferma.
Ricordo i miei passi sul parquet, la mia mano in quelle del mio padre, il suo sguardo atterrito sul “ Nulla” e la sua prima parola : Niente.
Mà che cosa eravamo? Ognuno di noi, Mamma, Papa, mia sorella di 20 anni, mio fratello di 3 anni, eravamo delle persone, una famiglia, una storia?
Con quale sentimento dovevamo cercare la nostra identità?
Qual identità, per chi? Per andare dove?
Mia madre con la sua borsetta stretta contro il suo petto piangeva…disperata.
Mio padre dopo un lungo silenzia e con il suo sorriso luminoso disse :
Domani si ricommincia.
Da Solange

1 commento:

Anonimo ha detto...
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