mercoledì 21 maggio 2008

Galilea - kibbutz Gazit

In Israele capire l'abbaiare dei cani aiuta a sorvegliare le carceri

E' in uso un software di riconoscimento vocale in grado di distinguere il significato dei latrati dei cani da guardia

ISRAELE – Il linguaggio canino sfugge certamente al codice umano, ma secondo gli esperti esiste un modo di spiegare e interpretare le varie declinazioni dell'abbaiare. E l'idea, già convertita in un software, è proprio quella di decifrare le diversità dei versi di questi animali, utilizzandole a fini di sicurezza.
NELLE CARCERI - Noam Tavor, capo dell'Israel Prisons Service, spiega che spesso le guardie sono sviate dagli allarmi dei cani, talvolta interpretati come pericoli quando invece sono semplici guaiti di dolore, fame, amore, entusiasmo o solitudine. Insomma, bisogna saper tradurre un semplice bau e laddove non c'è questa sensibilità umana interviene una piattaforma tecnologica, appositamente studiata nelle prigioni per lanciare tempestivamente i segnali di pericolo.
IL SOFTWARE – In buona sostanza vengono raccolti e registrati, attraverso speciali microfoni, solo alcuni latrati, ovvero quelli considerati significativi in termini di sicurezza. Una volta individuati i latrati rivelatori di aggressività, si attivano speciali telecamere e megafoni in corrispondenza delle zone calde della prigione.
TANTO RUMORE PER NULLA – Gli anglosassoni lo chiamano il fenomeno del "boy who cried wolf" (il ragazzo che grida al lupo) e identifica l'atteggiamento tipico di lanciare l'allarme per nulla (un concetto molto simile a quello della favola di Pierino e il lupo). Spesso i cani hanno creato difficoltà alle guardie carcerarie anziché essere d'aiuto, proprio per la difficoltà di riconoscere il segnale giusto. Da qui nasce in Israele, nazione notoriamente all'avanguardia in tema di difesa e sicurezza, una partnership tra il Prisons Service di Tel Aviv e una start up concittadina, Bio-Sense, incaricata di sviluppare una sorta di sensore in grado di percepire il livello di stress contenuto nel verso canino. Grazie al sensore i latrati di emergenza vengono prontamente raccolti e scatta un sistema di allarme. La tecnologia è stata sviluppata nel 2005 e da allora la giovane azienda israeliana sostiene di aver avuto più di 100 clienti (compresi gli agricoltori che vogliono difendersi dai ladri), tutti rigorosamente israeliani.
di Emanuela Di Pasqua Corriere.it 20 maggio 2008

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