domenica 25 maggio 2008


I soldati ebrei di Mussolini

Mursia, Milano 2008 di Giovanni Cecini

La complessa vicenda dei soldati e degli ufficiali ebrei «traditi» dalle leggi razziali di Mussolini. Chi erano e che cosa accadde ai collaboratori ebrei del Duce. Una pagina complessa e mai indagata del Ventennio: il rapporto tra i soldati ebrei e il fascismo. La linea di demarcazione è, inevitabilmente, il 1938, anno dell’entrata in vigore delle leggi razziali che esclusero gli ebrei dalla vita italiana allontanandoli anche dalle Forze Armate, dove ricoprivano in alcuni casi importanti ruoli di comando. Sin dal Risorgimento gli ebrei italiani avevano partecipato ai conflitti dimostrando un forte senso di partecipazione ai destini della Patria e del regime fascista. Con la guerra d’Etiopia, la sterzata totalitaria e l’avvicinamento alla Germania nazista e le leggi razziali, la politica mussoliniana cambiò rotta segnando in modo drammatico anche le vite dei servitori della Patria il cui destino è raccontato e ricostruito in questo libro attraverso documenti e testimonianze orali. Un libro di STORIA, che analizza partendo da documenti originali e da testimonianze dirette, la triste vicenda dei militari italiani di religione ebraica, che fino al 1938 prestarono servizio nelle nostre Forze Armate e che per l'introduzione della legislazione antiebraica vennero d'ufficio esclusi dal loro lavoro e congedati dai loro reparti. Molti furono poi perseguitati, alcuni si suicidarono, altri finirono nei campi di concentramenti, altri morirono combattendo nelle fila della Resistenza e dei reparti del ricostituito Esercito del Sud.

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