di Fabrizio Gallichi
Chi avrebbe potuto, sessanta anni fa, immaginare possibile festeggiare l’anniversario di Israele nella bella cornice di una storica istituzione cattolica? Nessuno certamente, eppure ciò è avvenuto! Ospiti della Associazione “Oltre il Chiostro” e con essa la Comunità Ebraica di Napoli e la Associazione Italia-Israele, nella meravigliosa cornice di S.Maria La Nova, hanno dato vita ad un momento indimenticabile fatto di celebrazione e di convivialità. I diversi interventi, quello dell’ambasciatore forse troppo attento ad aspetti contingenti, hanno rappresentato una vicinanza
affettuosa e partecipe alla vita di quello che è il compimento di una millenaria aspirazione ebraica. La cosa che più di altre, mi pare, rappresenti l’evento è la manifestazione della amicizia che padre Giuseppe Reale, a nome della sua associazione, ha manifestato a noi ebrei ed a tanti altri amici di Israele.
Essa risulta amicizia autentica perché non tende, come fanno altri, ad escludere alcune delle nostre peculiarità e aspettative dal rapporto, non si priva di essere critica ed attenta e luogo di condivisione di gioia, non solo di reciproca conoscenza. Quanto dimostratoci non è un semplice interesse culturale, ma molto di più e di più articolato. Il momento conviviale, poi, ci ha donato momenti di vera partecipazione; abbiamo celebrato una ricorrenza che si dimostra essere non esclusiva del popolo ebraico. Ritornando a quell’evento non possiamo dimenticare che il tempo da allora trascorso è stato ancora segnato dal dramma della migrazione appare trasformare il Mediterraneo in un cimitero di disperati ed anche dal palesarsi delle privazioni, violenze, omicidi che colpiscono i cristiani in una rilevante parte del pianeta. Sento di esprimere, anche con la forza che viene dalla nostra memoria, la nostra solidarietà e determinazione a schierarci al fianco dei nostri amici cristiani fosse solo per far sentire loro, nella attuale accidia della politica, il calore della nostra vicinanza. Parimenti ritengo che si debba affrontare insieme e su di un piano più alto ed altro il tema della ospitalità verso i migranti. Perché non promuovere con i nostri amici momenti di confronto proprio sulle parole semplici, come amicizia, ospitalità, gioia, solidarietà ...?
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