sabato 17 gennaio 2009

soldati israeliani nel Golan

Lettera di una mamma israeliana

Gentile Redazione,avevo già pensato di scrivere qualcosa ma poi tra il dire e il fare…
Comunque ci provo ora. Innanzitutto vorrei scusarmi con tutti voi perché quello che mi accingo a scrivere certamente non sarà obbiettivo. Perché come mamma e nonna non posso prescindere dal fatto che da domenica scorsa anche mio figlio Gabriele è stato richiamato tra i riservisti e si trova ora in una base militare del sud in attesa. Il sentimento di mamma è talmente forte che vorrei gridare mille volte al giorno: "No, mio figlio no!" ma so che questa frase non dovrebbe sfiorare i mie pensieri perché come me ci sono migliaia di mamme e perché, quando oltre 40 anni fa ho fatto l'alya', sapevo che poteva accadere una cosa del genere (anzi altre volte è già accaduta). Come nonna guardo i miei nipotini e penso...."Innanzitutto devi essere forte per loro, per tua nuora che ha bisogno del tuo sostegno e del tuo appoggio per continuare una vita più o
meno regolare!"E poi mi dico: "vigliacca, come ti permetti di avere simili pensieri!!! Tutti noi
dobbiamo partecipare alla vita del nostro stato e tutti noi dobbiamo fare sacrifici per la sua sopravvivenza!"Sono tanti anni che facciamo sacrifici, tanti anni che cerchiamo invano di vivere una vita normale, una vita priva di minacce e di attacchi bellici. Vorremmo la PACE malgrado tutto quello che si scrive e si dice su di noi israeliani. Scusatemi non desidero affatto fare un discorso politico. La politica spetta ai politici.Desidero solo esprimere un pensiero che ricorre tra tutti noi, che passa di bocca in bocca ma che per ora non si concretizza!
Miriam Levi Liuzzi, Bollettino Sullam n.23

Nessun commento: