mercoledì 21 gennaio 2009

Tel Aviv

Cara Chicca, sono una delle partecipanti al viaggio, da te organizzato, in Israele dello scorso dicembre.Ecco le mie impressioni: Ci siamo trovati immersi nella storia; per tutti è stato coinvolgente. Per tutti ha funzionato da molla per capire meglio e di più. Angela Polacco, la nostra guida, ha risposto alle nostre domande. Eravamo al sicuro con lei perché Angela sa cosa si deve fare e ciò che non si deve fare; sa dove bisogna e dove non bisogna essere.Essere nelle cose non è mai come vederle da lontano col cannocchiale. Da lontano si vede in modo deformato. La realtà è sì complessa ma viverla è tutto sommato semplice. Lo facciamo tutti i giorni: momento dopo momento, scelta dopo scelta. Non si è mai immersi in una situazione generalizzabile: guerra ovunque, mafia ovunque, stupri ovunque, .... E' un po' come dire che i calabresi di Calabria sono tutti mafiosi, non andare a Napoli perché il giorno prima c'è stata una sparatoria, non permettere ai figli di andare in discoteca perché sono tutti drogati o perché poi ci saranno incidenti al ritorno. Esistono luoghi sicuri e non sicuri in tutto il mondo, Emilia compresa, regione da dove io ti scrivo.Inoltre: dare ascolto alla paura vuol dire incrementarla e il futuro nostro e dei nostri figli non può essere fatto di paura.Dare ascolto alla paura vuol dire fare il gioco di chi vuole questo. La paura è una delle nostre emozioni e sulle emozioni ben "guidate o gestite" da parte di pochi si è purtroppo scritta tanta storia nel nostro recente passato.Infine, ed è ciò che sottolineo: io non sono partita da turista e non parto mai da turista, ma da viaggiatore. Il viaggiatore ha bisogno di un tempo lungo: prima del viaggio e sopratutto dopo il viaggio. Il turista, invece, sceglie le cose e non gli uomini; preferisce paesaggi, monumenti e rovine. Il turista è un visitatore frettoloso perché la visita fa parte delle vacanze e non della sua vita identitaria, morale, di crescita; egli privilegia le cose inanimate alle animate: senza incontri, tutto è più riposante. E' meno pericoloso osservare cammelli che uomini!!NOI, invece, abbiamo incontrato uomini e parlato con persone, incontrato luoghi e abitanti con le loro storie. Abbiamo fatto domande, ci hanno risposto e ci siamo messi in gioco. Abbiamo cercato di capire e ora a casa continuiamo a srotolare questa intrigata matassa. La conoscenza dei costumi umani, diceva Chateaubriand, richiede tempo.Per me questo viaggio NON E' STATA UNA VACANZA. Tornerò e ritornerò in Israele: come VIAGGIATORE . Tante belle cose con amicizia Gabriella B.

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