mercoledì 18 febbraio 2009

Giordano Bruno
Il giorno dello Statuto Albertino e di Giordano Bruno:un lungo cammino per l'acquisizione dei diritti civili

Oggi ricorrono due anniversari tra di loro molto diversi, ma legati da un filo sottile, nel nome dell'eterno, cruciale tema della libertà religiosa: il 17 febbraio del 1600, in Campo de' Fiori, a Roma, viene arso sul rogo Giordano Bruno, reo di eresia; 248 anni dopo, nel Regno sabaudo, il re Carlo Alberto rilascia le “lettere patenti” con le quali dispone: “I valdesi sono ammessi a godere di tutti i diritti civili e politici dei nostri sudditi, a frequentare le scuole dentro e fuori delle Università, ed a conseguire i gradi accademici. Nulla è però innovato quanto all'esercizio del loro culto ed alle scuole da essi dirette”. Finisce così il lungo periodo del ghetto alpino: i valdesi diventano cittadini uguali agli altri. L'annuncio viene portato velocemente nelle Valli valdesi, provocando generale entusiasmo. Il 27 febbraio, 600 valligiani scendono a Torino per festeggiare lo Statuto, accolti con grande gioia dalla popolazione. Oggi i valdesi festeggiano – e con loro altre confessioni protestanti – la ricorrenza. Lo stesso Statuto, firmato da Carlo Alberto il 4 marzo, getta le basi per l'abolizione delle discriminazioni giuridiche a danno degli ebrei, i cui diritti civili vengono riconosciuti con il regio decreto 29 marzo 1848, n. 688; il decreto luogotenenziale 15 aprile 1848, n.735 ammette gli israeliti al servizio militare. Finalmente, la legge 29 giugno 1848, n. 735, dispone il pieno riconoscimento anche dei diritti politici: “La differenza di culto non forma eccezione al godimento dei diritti civili e politici ed alla ammissibilità alle cariche civili e militari”.Molto si batté per l'emancipazione valdese ed ebraica il ministro marchese Roberto D'Azeglio (fratello di Massimo), tanto che i valdesi, non ancora maturi, subito dopo l'emancipazione, per eleggere un loro rappresentante al Parlamento subalpino, indicarono proprio lui come la persona che avrebbe potuto meglio rappresentarli, nel nome di un approccio comune al tema della libertà religiosa, al di là delle differenze di culto. E’ senz’altro un esempio da rilanciare, in tempi di aspri conflitti. Valerio Di Porto, Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane http://www.moked.it/

Decreto luogotenenziale 15 aprile 1848, n.735:
Volendo togliere ogni dubbio sulla capacità civile e politica dei cittadini, che non professano la Religione cattolica,Il Senato, e la Camera dei Deputati hanno adottato, Noi in virtù dell’autorità delegataci abbiamo ordinato ed ordiniamo quanto segue: Art. unico. La differenza di culto non forma eccezione al godimento dei diritti civili e politici, ed all’ammissibilità alle cariche civili e militari.Li Ministri Segretari di Stato sono incaricati nella parte che li riguarda dell’esecuzione della presente legge che sarà pubblicata ed inserita nella raccolta degli Atti del Governo.
Dato in Torino addì dicianove giugno 1848. EUGENIO DI SAVOIA.
V. Sclopis. – V. Di Revel. – V. Di Collegno. Vincenzo Ricci.

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