Moran Atias: "La Capitale è un set a cielo aperto"
Tra due giorni parteciperà a un concerto nel suo Paese alla presenza di Benedetto XVI. L'attrice israeliana arriverà presto a Roma per girare il film: "Città bellissima, vita notturna carente".
Com'è Roma, per una donna con una cultura, anche religiosa, così diversa dalla nostra? «Fantastica. Cultura, storia e religione mi fanno godere ogni giorno qui. Unico neo la vita notturna. L'animazione di Tel Aviv, la libertà di mangiare ovunque nel cuore della notte, mi manca».Posto che lei rappresenta un caso particolare, Roma come accoglie gli stranieri? «I turisti bene. Poi ci sono persone che arrivano per trovare lavoro, e cominciano con i più umili. È successo anche alla mia famiglia: appena trasferiti a L. A., quando ero bambina, mia madre faceva le pulizie. Ma se sei capace, disponibile, studi cultura e lingua di un Paese, le porte possono aprirsi. Nella Kaballah il termine fortuna - mazal - unisce tre concetti: luogo, tempo e atteggiamento giusto».Secondo lei come centro della Cristianità, Roma può fattivamente favorire il ritorno della pace nei luoghi caldi del mondo? «Il 13 maggio il Papa parteciperà in Israele a un evento che io stessa condurrò: un concerto nell'anfiteatro romano di Beit She'an sul tema della riconciliazione (diretta tv su Sat2000, 21.30, n.d.r.), con Dalla, Safina, Francesco D'Orazio e artisti di ogni etnia, credo e settore della società israeliana: ebrei, arabi, musulmani, drusi, cristiani, laici e religiosi. Il Pontefice focalizzerà così l'attenzione sul problema della pace. E Beit She'an sarà un invito a qualcosa di più grande».Come vede il ruolo della donna in questa città e in questo Paese? «Nelle nostre mani: se lo vogliamo importante, noi donne lo renderemo tale. Non credo alle colpe di un sistema. Il destino si crea con determinazione e dignità, così arrivano le occasioni».11/05/2009, http://iltempo.ilsole24ore.com/
Nessun commento:
Posta un commento