venerdì 4 dicembre 2009



Gino Bartali durante il “Giro di Francia” del 1948

Il bis per Bartali stupisce la famiglia

Intanto, si scopre un'attività particolare del grande ciclista, non a caso definito “il postino della pace”
Fondazione onlus Gino Bartali “il postino della pace”. Così si presenta il sodalizio intitolato al grande campione delle due ruote, questi beneficiato, giovedì scorso, dal francobollo italiano in vendita a 60 centesimi.Perché tale nome? “Vaccari news” lo ha chiesto al figlio Andrea, cioè al presidente. “La Fondazione -spiega- è nata un paio di anni fa, e vuole ricordare il protagonista ed i valori in cui credeva ma, al tempo stesso, intende sviluppare progetti di ispirazione ciclistica ed umanitaria”.Ma cosa significa quel richiamo alla posta? “Bisogna risalire -prosegue Andrea Bartali- alla Seconda guerra mondiale. Già allora, mio padre era molto conosciuto e si allenava costantemente; perciò non destava sospetti”.Dopo l'inasprimento delle leggi razziali, fece parte di una rete segreta, ideata dal cardinale di Firenze Elia Dalla Costa, che puntava a far espatriare da Genova, con meta ultima gli Stati Uniti, quanti più perseguitati, sia politici sia religiosi, possibile. Per farlo occorrevano i documenti, e Gino Bartali si spostava da Firenze (dove abitava) a Farneta, cioè alla Certosa di Lucca (dove c'era la centrale partigiana), e da lì fino alla città ligure. Nascondeva i documenti nel tubo del telaio, sotto il sellino.“Quando -continua il figlio- tale via si rivelò impraticabile, il punto di riferimento divenne Assisi, più vicino alla linea del fronte «Gustav». Qui, con il supporto di alcuni contrabbandieri, si potevano mettere in salvo i malcapitati. In altre situazioni lo mandavano a perlustrare le strade per vedere se c'erano posti di blocco. Sì, veniva fermato: non per essere controllato, ma per scambiare due chiacchiere su argomenti sportivi”. Alla stazione di Terontola, ieri come oggi importante snodo ferroviario, c'è una lapide che ricorda il suo contributo, mentre il 31 maggio 2005 gli è stata conferita, dall'allora presidente Carlo Azeglio Ciampi, la medaglia d'oro alla memoria per merito civile poiché -dice la motivazione- “con encomiabile spirito cristiano e preclara virtù civica, collaborò con una struttura clandestina che diede ospitalità ed assistenza ai perseguitati politici e a quanti sfuggirono ai rastrellamenti nazifascisti dell'Alta Toscana, riuscendo a salvare circa ottocento cittadini ebrei”.E il francobollo per San Marino? “Una sorpresa molto bella”, conclude. “Anche perché mio padre ha avuto un particolare collegamento con l'antica Repubblica e ha contato su diversi amici, fra cui Giovanni Michelotti, fino a qualche anno fa stretto collaboratore del «Giro d'Italia». Nei progetti della Fondazione rientra lo sviluppo degli itinerari toscani chiamati «I percorsi di Gino Bartali», rivolti ai cicloturisti europei. Non a caso, fra questi è previsto uno sconfinamento sul monte Titano”.http://www.vaccari.it/ 27.10.09

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