giovedì 10 dicembre 2009


Tel Aviv

Medio Oriente, Barghouti e Saadat rifiutano l'esilio in cambio di Shalit

I leader di Fatah e Fplp contro la condizione posta da Israele
Israele è pronta a liberare i mille prigionieri indicati da Hamas in cambio del caporale Gilad Shalit a patto che Marwan Barghouti (Fatah) e Ahmed Saadat (Fplp) vadano in esilio fuori i Territori Occupati. Dalle carceri israeliani Barghouti e Saadat fanno sapere che non intendono accettare le condizioni poste dallo stato ebraico per la loro liberazione. Nonostante la mediazione tedesca continua lo stallo fra Hamas e Israelia sul negoziato per la liberazione dei rispettivi prigionieri, il timore di Israele è la ricomposizione dell'unità delle fazioni palestinesi che seguirebbe la liberazione e il ritorno all'agibilità politica di Marwan Barghouti.Il pretesto ufficiale è che “Israele non tratta per persone con le mani sporche di sangue ebraico”, il pretesto ufficioso è che Israele non intende contribuire alla ricomposizione dell'unità politica palestinese. Hamas per riconsegnare il caporale Gilad Shalit alla sua famiglia e allo stato ebraico chiede la liberazione di mille prigionieri detenuti nelle carceri israeliane appartenenti a tutte le formazioni politiche e di resistenza. Israele in linea di massima non avrebbe nulla in contrario, spinta da un'opinione pubblica che vedrebbe volentieri Shalit nuovamente uomo libero. Ma nella lista fornita da Hamas ci sono anche i leader di Fatah e del Fplp più carismatici, leader che una volta liberi tornerebbero ad essere assolutamente rappresentativi per i propri movimenti e, in più, sarebbero grati ad Hamas. Quest'ultima sarebbe la legittimazione del tutto interna alla società palestinese verso Hamas che più spaventa Israele. Una legittimazione molto più dannosa di quella stessa che Israele attuerebbe trattando con il movimento islamico che governa la Striscia di Gaza. Una volta libero Marwan Barghouti potrebbe rappresentare seriamente un'alternativa al perennemente impantanato Abu Mazen, e, altrettanto seriamente potrebbe riportare all'unità le formazioni politiche palestinesi. Uno scenario non auspicato da Israele che, in cambio di Shalit, libererebbe tutti i mille della lista, a patto che dodici fra questi vadano in esilio a Beirut, Damasco, al Cairo o Amman e che quindi non rimettano piede nei Territori Occupati da Israele. Hamas ha girato il quesito ai diretti interessati che hanno risposto che, stando alle condizioni imposte da Israele, preferiscono rimanere nelle carceri israeliane piuttosto che vivere in esilio. Così il dirigente di Fatah Marwan Barghouti, condannato a una sfilza di ergastoli, rifiuta di essere espulso all'estero se liberato nel contesto di uno scambio di prigionieri fra Hamas ed Israele. Ieri Hamas aveva fatto sapere che l' eventuale espulsione all'estero per alcuni anni di Barghouti e di Ahmed Saadat, segretario del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, era stata discussa. Oggi il ministro palestinese per i prigionieri Issa Karake ha reso noto che Barghouti e Saadat si rifiutano in maniera tassativa di trasferirsi fuori i territori palestinesi.2009-12-02,http://www.agenziami.it/

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