martedì 9 febbraio 2010
Costruire il futuro studiando in Israele
Costruire il futuro significa guardare lontano e guardare anche oltre le frontiere. La grande partecipazione registrata all'incontro che si è svolto ieri al Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con i ragazzi di età compresa tra i diciassette e i diciannove anni, provenienti da tutta Italia e alcuni rappresentanti delle più prestigiose università israeliane lo ha dimostrato una nuova volta.L’evento era organizzato dall'Unione giovani ebrei d'Italia (Ugei) e dall’assessorato ai giovani dell’Ucei e i 170 partecipanti che hanno animato la giornata hanno avuto modo di incontrare fra gli altri la vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con delega alle politiche giovanili Claudia De Benedetti, il presidente dell'Ugei Giuseppe Piperno e il consigliere Ugei con delega alla politica Daniel Funaro. Da parte dei ragazzi si è registrata una risposta attenta. La formula dell’incontro è stata semplice, con i saluti ufficiali e l'intervento del consigliere dell’ambasciata di Israele, Rami Hatan, e un messaggio del ministro della Scienza israeliano. Hanno fatto seguito le presentazioni delle università presenti curate dai relatori inviati per l’occasione da Israele. Si è puntato sul richiamo di una realtà senza pari. Ma soprattutto sull’eccellenza e la preparazione che gli atenei israeliani garantiscono. Claudia De Benedetti nel suo discorso ha focalizzato l’attenzione sui giovani del nostro paese definendoli un enorme risorsa per lo Stato ebraico e ha sottolineato in maniera forte l’attaccamento che c’è tra Israele e i suoi “figli” della diaspora; ha quindi parlato delle singole borse di studio messe a disposizione dalle istituzioni ebraiche. Giuseppe Piperno ha rinnovato la vicinanza dell’istituzione che presiede, nei confronti dei ragazzi che vogliono fare il grande passo in direzione di Israele, citando proprio lo statuto dell’Ugei che ha come compito, tra i tanti, di favorire l’Alyà.L’incontro, che è durato tutta la giornata, ha visto protagonisti i ragazzi, incuriositi e affascinati dalle presentazioni dei relatori i quali hanno spiegato le varie facoltà, aiutandosi con materiali illustrativi, cataloghi e soprattutto materiali audiovisivi; durante l’evento ci sono state anche le testimonianze di studenti italiani che hanno studiato nelle università israeliane i quali hanno raccontato le loro esperienze, i loro successi ed anche le loro delusioni, che in una realtà come quella israeliana, non stentano a mancare.Le università presenti erano molte: dalla Bar Ilan University di Tel Aviv, che dalla sua fondazione ha come scopo unire gli studi di Talmud a quelli della scienza umanistica e non, come ci racconta un professore di letterature comparate, Yacov Mascetti, fino ad arrivare al prestigioso istituto Technion di Haifa un polo universitario che come dice il professor Piero Abbina è il fiore all’occhiello dello Stato d’Israele per quanto riguarda la tecnologia, passando per l’Idc di Herzilya, campus stile statunitense dove i corsi sono tenuti tutti in inglese con strutture moderne e professori del calibro del ex ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni."Sono stata molto felice di partecipare - ha commentato Valentina Tarnovschi dell'ateneo IDC- di presentare la universita IDC che tanto mi ha dato e mi ha fatto crescere come persona, ma anche di stare di nuovo in un Centro ebraico, con i giovani della comunita ebraica e con i professori delle universita di Israele. Desidero moltissimo dopo questo incontro essere considerata come una persona che vuole contribuire in qualche modo al'organizazione dei eventi culturali, rendendomi utile in qualche modo".Quello che è emerso da questo incontro oltre al grande lavoro svolto dall’assessorato ai giovani Ucei e dall’Ugei è stata la voglia dei ragazzi di lasciare le proprie città d'origine e di iniziare nuove avventure in uno Stato che è in grado di coniugare l'offerta di atenei eccellenti, ottimi professori e strutture all'avanguardia, con l’opportunità di conoscere nuove tradizioni, nuovi modi di vivere e soprattutto nuova gente, essendo una società multietnica che si basa sulla tolleranza e sul confronto, cosa di cui i giovani ebrei italiani sentono fortemente il bisogno.Edoardo R. Amati http://www.moked.it/
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