martedì 9 febbraio 2010



L'11 febbraio l'opposizione iraniana scenderà in piazza

per manifestare contro il regime di Ajmadinejad, approfittando dell'anniversario ufficiale della vittoria della rivoluzione del 1979. Il regime prepara una durissima repressione e al contempo punta a solleticare l'orgoglio nazionalista annunciando la capacità dell'Iran di arricchire del 20% le sue riserve di uranio, un altro passo verso l'atomica. Il nesso tra repressione e programma nucleare è forte, come sottolinea Zarmandili su Repubblica di oggi. Tanto più è importante che il mondo faccia il maggior sforzo possibile per appoggiare la protesta, per impedire le esecuzioni, denunciare gli arresti. Sostenere l'opposizione è oggi un modo per preparare la strada a un regime diverso, in grado di aprire trattative con il mondo occidentale. Lasciare senza appoggio reale i ragazzi che si preparano a rischiare la vita in piazza vuol dire consolidare un regime sanguinario, che per affermare il suo consenso adopera sempre più le armi del nazionalismo, con le conseguenze che è fin da ora possibile prevedere.Anna Foa,storica,http://www.moked.it/

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