martedì 23 febbraio 2010


Un timido imbranato al vertice della Federal Reserve Bank USA

Ben Shalom Bernanke Modesto e schivo, è tra i più grandi economisti del mondo. Ha salvato l’America dalla depressione spingendola verso la lenta ripresa economica di oggi. Alla moglie, incontrata ad un appuntamento al buio organizzato dai genitori, non sa mai dire di no: così lei lo fa cucinare e portare fuori la spazzatura. Un uomo calvo, con barba grigia e occhi stanchi, che non vanta né una presenza carismatica né una dialettica coinvolgente. Un tipo metodico, professionale, apparentemente non un power broker, un uomo di potere. Ma Ben Shalom Bernanke, nominato nel 2005 presidente della Federal Reserve, la Banca Centrale Usa, come successore di Alan Greenspan, e riconfermato nel ruolo da Barack Obama, è senza dubbio uno degli uomini più potenti del pianeta. Dall’anno della sua nomina ha dovuto affrontare fin dagli inizi lo tsunami della crisi economica e finanziaria globale: da quando cioè è esplosa, nel 2007, la questione dei mutui subprime, che ha scatenato la grande recessione mondiale dell’anno successivo. Le sfide che ha dovuto affrontare non sono dunque poche, e certamente non di poco conto: un esempio su tutti è la scelta di non intervenire per salvare la banca d’affari Lehman Brothers, facendola cadere in un fallimento che ha avuto disastrose conseguenze su tutto il sistema economico-finanziario mondiale. Esperto studioso e conoscitore della Grande Depressione degli anni ’30, non vuole essere il presidente della Fed durante la Depressione 2.0, sostiene Time. Per questo mette in campo numerose strategie, che hanno l’obiettivo di tamponare gli effetti della crisi, nella profonda coscienza di quanto essi possano essere devastanti.Proprio per avere svolto il suo lavoro seriamente e professionalmente in un contesto così difficile, riuscendo a invertire la rotta verso una timida ripresa, è stato nominato Person of the year 2009 da Time. L’autorevole e prestigioso settimanale americano sottolinea infatti che la ragione principale di questa decisione è che “Bernanke è il più importante personaggio alla guida della più importante economia mondiale. La sua leadership creativa ha contribuito a fare sì che il 2009 fosse un anno di debole ripresa invece che di catastrofica depressione. E le decisioni che ha preso e che deve ancora prendere daranno forma alla nostra prosperità e segneranno la direzione delle nostre politiche e delle nostre relazioni nel mondo”.Nonostante tutto, però, Bernanke rimane un uomo timido, che non frequenta i party della Washington politica, ma che preferisce rimanere a casa a cena con la moglie, Anna Friedman, un’insegnante di spagnolo, ebrea, della quale però non si sa quasi nulla, se non, precisa Time, che “ogni tanti lo mette ai fornelli a cucinare e portare fuori la pattumiera. E poi insieme fanno le parole crociate o discutono della giornata prima di andare a letto”. Per questi e molti altri simili motivi l’uomo dell’anno è, per il settimanale americano “un vero nerd (sfigato-imbranato, ndr), a cui è capitato di essere il più potente nerd del mondo”. Della propria identità ebraica, da uomo schivo che è, parla poco (è ortodosso). Ma gli antisemiti non hanno certo bisogno di dettagli, e avere un ebreo alla guida della banca più potente del mondo è un’occasione troppo ghiotta per tacere: ecco quindi il pacifico Bernanke descritto su alcuni media come il solito ebreo avido alla guida della finanza mondiale e indicato come il responsabile della cospirazione ebraica contro l’economia mondiale. Nato il 13 dicembre del 1953 ad Augusta (Stato della Georgia), cresce con i genitori e i due fratelli Seth e Sharon a Dillon, South Carolina, una città molto cattolica dove esiste una presenza ebraica. Nel XIX secolo, il South Carolina vanta il più alto numero di ebrei fra tutti gli Stati americani. Mentre prima della guerra civile le città di Georgetown e Charleston avevano sindaci ebrei. I nonni paterni di Bernanke lasciano l’Austria negli anni ’20 e approdano prima a New York e poi, negli anni ’40, a Dillon. Il nonno era, durante la Grande Guerra, un ufficiale dell’esercito austro-ungarico e prigioniero di guerra dei russi, mentre la nonna, in controtendenza rispetto agli usi femminili dell’epoca, si era laureata in medicina nel 1919. Da parte materna, la famiglia è osservante: il nonno Harold, soprannominato ironicamente “reverendo” per la sua grande cultura religiosa, gestisce un negozio kasher nella vicina città di Charlotte e insegna ebraico a scuola e ai ragazzi che devono diventare Bar Mizvah. I genitori, Philippe ed Edna - il primo farmacista nella farmacia principale di Dillon, la seconda insegnante - rispettano la kasherut in casa in maniera talmente ligia che sono loro a ospitare gli studenti del Jewish Theological Seminar che giungono nella città per officiare durante le grandi feste: la sinagoga di Dillon, Ohav Shalom, infatti, all’epoca non poteva permettersi di mantenere a tempo pieno un rabbino, e doveva quindi “importare” studenti di scuole rabbiniche per le ricorrenze.Uno di loro, Rabbi Arnold Stieber, ospitato dai Bernanke, ricorda un giovane Ben molto attivo in sinagoga. “Pensate, il più giovane ad aiutarmi con i Sifrei Torà, colui che all’epoca mi diede numerosi consigli è oggi nominato chairman della Federal Reserve - commenta -. Beh, è un piccolo mondo ebraico”.In questa comunità, dove oggi vivono circa 6.500 ebrei, Ben Bernanke è ricordato come un ragazzo intelligente ossessionato dalle statistiche del baseball, che suona il sassofono e che ottiene il più alto punteggio di tutto lo Stato all’esame di ammissione al college.“A 13 anni discutevamo di cosmologia e della misura dell’universo”, ricorda l’amico d’infanzia Nathan Goldman.Studente modello già da piccolo, appassionato di matematica, studia ad Harvard, dove si laurea nel 1975 in economia. È in questi primi anni Settanta che conosce - sembra durante un appuntamento al buio o meglio una specie di incontro combinato - la moglie Anna Friedman, insegnante di spagnolo, con cui si sposa nel 1978, e da cui avrà due figli, Alyssa e Joel. Dopo la laurea, continua la sua educazione al Massachussets Institute of Technology (Mit) dove ottiene il dottorato in economia nel 1979. Subito dopo, inizia la carriera di insegnante al Stanford Graduate School of Business dove rimane fino al 1985, quando passa alla New York University. Ma è a Princeton che, appena trentenne, oltre all’insegnamento ottiene anche l’incarico di presidente del Dipartimento di economia, che ricopre dal 1996 al 2002. È in questo periodo a Princeton che Ben Bernanke diventa famoso a livello mondiale per le sue lezioni e per i suoi testi di macro e micro-economia. Per un certo periodo è editor dell’American Economic Review. Nel 2002 lascia Princeton per dedicarsi ai propri studi sulla deflazione e sulla sua influenza sull’economia. Per un anno (2005-2006) è presidente del Council of Economic Advisers, mentre dal 2002 al 2005 è nel Board dei governatori della Fed.E’ nell’ottobre dello stesso anno che il presidente George W. Bush lo nomina al prestigioso incarico di presidente della Federal Reserve.Ilaria Myr

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