martedì 22 giugno 2010



Tutto nacque da un sogno, come succede nelle favole o nella stessa Bibbia: invece c'è di mezzo l'Olocausto, la persecuzione degli ebrei romani, l'odio nazista. Settembre 1943. Bice Gilardoni Staderini, madre di 6 figli, tipica esponente dell'ottima borghesia romana (suo marito è Fausto Staderini, titolare della storica tipografia in via Baccina) ha un sogno. Le appare sua madre: «Salva i bambini di Elvira». Elvira è Elvira Perugia Campagnano, moglie di Cesare e madre di Marcello e Bianca Maria, ebrei. Le due famiglie si frequentano da anni, la loro è un'amicizia così profonda da generare quel sogno. Sono le ore dell'immondo ricatto dell'oro, la richiesta da parte del comando nazista di ottenerne 50 chili in cambio della salvezza degli ebrei. Bice Gilardoni Staderini si sveglia, racconta tutto a suo marito e va dall'amica Elvira. Lì compiono la scelta più semplice e umana: inserire Marcello e Bianca Maria Campagnano nello stuolo già nutrito dei loro sei figli. Domani, lunedì 21 giugno, quel gesto così naturale e insieme straordinario, strumento di salvezza per due bambini di sangue ebreo, avrà il suo premio. Alle 11, nella Casa della Memoria e della Storia in via San Francesco di Sales 5, Rami Hatan e Sara Ghilad dell'Ambasciata di Israele a Roma consegneranno l'onorificenza «Giusti tra le Nazioni» ai figli di Fausto e Bice Staderini. […]Paolo Conti, il Corriere della Sera, 20 giugno 2010

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