sabato 12 febbraio 2011


Herzl, Mazzini. Risorgimenti a confronto

Un'equivalenza di diritti e uno stesso fondamento che accomuna il patriottismo europeo di matrice democratica e il Sionismo. Questa è la tesi forte, secondo il semiologo Ugo Volli, espressa da Luigi Compagna nel suo ultimo libro “Theodor Herzl, il Mazzini di Israele” presentato ieri al Centro Bibliografico dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Un'analisi storica che è di grande attualità, vista la ricostruzione filosofica che è alla base del dibattito politico attualmente in essere sia in ambito ebraico che europeo. Volli, infatti, consigliando la lettura di questo volume che è anche una dettagliata biografia del fondatore del Sionismo politico, lo contrappone alle tesi di Shlomo Sand secondo il quale le Nazioni sono un'invenzione delle classi dominanti e quindi un'orribile violenza verso i popoli il cui esito naturale sono stati regimi nefasti quali il fascismo e il nazismo. Anche in Europa la maggioranza dei governi tende ad anteporre il multiculturalismo agli interessi nazionali.Al contrario, il libro di Compagna legittima l'idea della la politica nazionale-statale democratica e liberale come una forma di arricchimento e non di chiusura verso gli altri com'era appunto concepita alla fine dell'Ottocento.I due movimenti politici risorgimentali, quello italiano e quello ebraico, erano legati da un filo sottile, ma importante: Herzl si ispirò a Mazzini e i due personaggi erano simili, come hanno ricordato sia Volli sia Luciano Tas, giornalista e scrittore, che ha moderato la serata, non nel carattere o nella personalità, ma nelle loro posizioni e nei loro scopi. Entrambi miravano a creare una nazione in cui i diritti liberali potessero crescere in maniera equilibrata. Tanti furono gli ebrei che parteciparono alla nascita dello Stato italiano e alcuni esponenti intellettuali, così come alcune forze politiche, laiche liberali e democratiche, hanno offerto e offrono uno spazio naturale di dialogo con l'ebraismo. Si trova d'accordo con Volli, la professoressa Ester Capuzzo che ricorda che anche Mazzini era legato all'ambiente ebraico, che in diverse sue opere cita la Bibbia, che vede Mosè come guida della Nazione verso la libertà. Mazzini era legato anche al sionismo europeo, attraverso gli stretti contatti con Moses Hess che a sua volta si era interessato al risorgimento italiano nel suo libro “Roma e Gerusalemme”. E così come Mazzini mirava a trasformare la questione italiana in un problema europeo, Herzl trasformò il problema ebraico in una questione di diritto internazionale.Per il rav Roberto Della Rocca, direttore del dipartimento Educazione e Cultura dell'Ucei, il libro di Compagna fornisce un quadro completo del dibattito sul Sionismo. Un dibattito tipico del pluralismo ebraico in cui sono presenti diverse anime che Herzl volle includere nel suo progetto. Rav Kook, primo rabbino capo dell'Yishuv e fondatore del sionismo religioso, per esempio, era un suo seguace. Il sionismo moderno è un movimento politico nazionale osteggiato e combattuto dai charedim che vi vedono una sorta di eresia, ma è anche un rapporto unico e speciale tra il popolo ebraico e la propria terra che, come ricorda sempre rav Della Rocca, nasce quando Dio dice ad Abramo di lasciare la terra dei padri e che porta ogni ebreo a tendere verso Israele. Elena Lattes

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