sabato 2 aprile 2011

Nurit Zarchi racconta: “Il mio paese sono i libri”


Fa ridere, sognare. E spesso guida i più piccoli nel ritrovare il bandolo di un’esistenza complicata. Con tocchi leggeri e delicati che riprendono la sua esperienza di figlia d’immigrati, rimandano al problema della discriminazione o alludono al dolore della guerra. Nurit Zarchi, la signora israeliana dei libri per bambini, per la prima volta ospite in Italia alla Fiera del libro per bambini di Bologna, ha ormai all’attivo un centinaio di volumi: romanzi, racconti, poesie, saggi e oltre ottanta opere per l’infanzia. È una celebrità, pluripremiata e apprezzata. Ma non ha ancora cessato d’interrogarsi sugli ingredienti artistici capaci di catturare l’attenzione di chi muove i primi passi sulla via della lettura. “In ogni narrazione – spiega – mi sforzo d’introdurre elementi legati alla mia esperienza personale. Non decido mai a priori di parlare di temi legati alla società o alla politica: sono elementi che emergono di solito attraverso il filtro della mia soggettività”. Le urgenze e le ferite del mondo israeliano fanno dunque la loro apparizione nelle sue pagine in modo sommesso. Sono un bimbo che ha perso il padre in guerra o il ragazzino che non viene accettato dai compagni perché diverso. Tocchi discreti che parlano della vita, l’argomento che a suo dire appassiona di più il pubblico infantile. Basti pensare, dice, al successo planetario di Harry Potter. “Nei libri di Joanne K. Rowling si ritrovano i materiali della mitologia nordica: sono temi radicati in tutte le culture, archetipi che toccano nel profondo ciascuno di noi”. Forse non a caso, commenta, i ragazzini in Israele leggono molto sulla Shoah: per un desiderio di approfondire la loro storia, ma anche per un impulso insopprimibile a confrontare con i temi della responsabilità, della scelta e del dolore, con gli ingredienti che compongono le mille sfumature del nostro vivere.
Anche per questo la signora Zarchi non sembra troppo preoccupata dalla progressiva riduzione del pubblico dei piccoli lettori. “È un peccato, certo, perché se sei un lettore da piccolo continuerai a esserlo da grande. Ma la lettura non è l’unica attività dei bambini e non è certo la più comoda. Credo che oggi la narrazione di storie si stia via via spostando su altri canali: penso ad esempio alle potenzialità offerte dal web e dalle arti visuali. D’altronde sono solo alcune centinaia di anni che ci dedichiamo alla lettura di libri, prima la narrazione passava attraverso mezzi diversi”.
Chissà se la soluzione passerà attraverso i libri digitali con le loro opportunità d’animazione multimediale. “Per ora - chiosa Nurit Zarchi - sto imparando a usare il mio Kindle e devo dire che questa forma di lettura non mi sembra molto diversa da quella tradizionale”. Un risultato notevole, se si considera cosa sono i libri per questa avventurosa signora della letteratura. "Sono il mio paese. Mi danno forza e intimità. La nostra società non è intima, e poi ho sempre paura di essere buttata fuori dalla mia esistenza borghese. Come ogni persona che vive della sua scrittura, non mi sento mai sicura. Un'ombra d’inquietudine aleggia su di noi. Saremo qui domani? Israele è una società difficile, con un futuro incerto davanti, una società da incubo, se volete. Herzl aveva un sogno e ha creato una leggenda. Volevamo una leggenda e l'abbiamo avuta, ed è difficile vivere in una leggenda”.Daniela Gross, Pagine Ebraiche, aprile 2011
L'autrice Nurit Zarchi è nata a Gerusalemme nel 1941 da genitori europei. Cresciuta nel kibbutz Geva, al nord di Israele, dopo l’esercito ha preso il diploma d’insegnante per poi studiare letteratura e filosofia all'Università ebraica di Gerusalemme. Qui ha inaugurato i primi corsi di scrittura creativa. In seguito ha insegnato in quasi tutte le università israeliane. I suoi libri sono stati pubblicati in America, Europa ed Estremo Oriente e sono tradotti in 15 lingue. Ha partecipato alla Fiera del libro per bambini di Bologna martedì 29 marzo con due incontri dedicati rispettivamente alla scrittura per i bambini di un’altra generazione e alla letteratura per bambini in un mondo caotico. E poi al Museo ebraico per un incontro cui ha partecipato il professor Antonio Faeti. http://www.moked.it/

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