venerdì 4 novembre 2011


Il Festival del Film premia Eti Tsico


In occasione del Festival Internazionale del Film di Roma, grande rassegna internazionale che in questi giorni ha tenuto banco nella Capitale, sono stati premiati due cortometraggi girati dagli studenti di cinema dell'Università di Tel Aviv. Location il Maxxi, progettato per essere lo scrigno dei gioielli dell'arte contemporanea, che non si è fatto sfuggire questi piccoli sei capolavori che meritano di viaggiare ancora lontano. La giuria, composta da mostri sacri del cinema dal calibro di Roberto Faenza, Ettore Scola e della costumista da Oscar Milena Canonero (che ha vestito i protagonisti di Arancia Meccanica e Marie Antoniette), dopo essersi ritirata per deliberare, ha decretato il vincitore: è la giovane Eti Tsico che riceve il premio da Anna Fendi. Il suo cortometraggio Audition è l'audizione che una regista, interpretata dalla stessa Ety, fa ad un ragazzo arabo. Usando la lingua del cinema l'orizzonte si amplia: dal divano sul quale l'aspirante attore è seduto si passa a trattare con semplicità e delicatezza il rapporto tra israeliani e palestinesi. "Quella tra di noi non è paura, è esitazione" ed un languido bacio farà finire l'audizione per un film e iniziare l'audizione per la vita vera. Ma il prossimo aspirante è dietro la porta. Il corto fa parte di un progetto finanziato dall'Università di Tel Aviv chiamato "Coffee Between Reality and Imagination", una collaborazione israelo-palestinese. Gli spettatori chiamati ad effettuare una seconda votazione, entusiasti di poter essere almeno per una notte critici con il fascino da sciarpa di cachemire al collo, danno la loro preferenza a Second watch. Il corto, firmato da Udi Ben-Arie, è uno spaccato spassosissimo dell'esperienza dell'esercito. Berkowitz, di guardia al confine, stringe una insolita amicizia con il soldato della Giordania. Tra balli scatenati sulle note di Salma ya Salama, storpiato in Barbara ya Barbara, la pace sembra davvero possibile. Sarebbe un peccato non citare gli altri corti in concorso: del progetto israelo-palestinese fanno parte anche Tasnim, ambientato in un villaggio beduino, per il quale la regista Elite Zexer ha dovuto fare ricerche e sopralluoghi per sei mesi e Trip to Jaffa di Eitan Sarid (risate assicurate). Non si ride invece vedendo A bug with a helmet di Yona Rozenkier, tragico ritratto della guerra e della lotta che ne consegue per la sopravvivenza. Infine Pini Tavger ci delizia con Pinhas, 32 minuti che narrano la vicenda di un bambino di origine russa che decide di avvicinarsi alla religione. Quando gli viene chiesto quanto tempo ha impiegato a girare, Tavger risponde schiettamente: "Tutta la vita", con la consapevolezza del piccolo capolavoro che ha emozionato la sala. I titoli di coda terminano, le luci si accendono, i premi sono stati consegnati e ora non resta che sperare nel successo dei sei registi. Sentiremo ancora parlare di loro...Rachel Silvera,http://www.moked.it/

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