mercoledì 23 novembre 2011


Poteri forti e complotti

È degno di attenzione il segnale d’allarme lanciato da Tobia Zevi, su questa newsletter, lo scorso 15 novembre, a proposito di una sgradevole ‘gaffe’ pronunciata dal Presidente di una squadra di calcio (per la quale sono state però presentate opportune scuse), che ha fatto riferimento, giorni fa – nel generale quadro della crisi economica mondiale al pericolo di insidiose trappole tese da furbi e spregiudicati avvocati ebrei, ai danni di sprovveduti clienti. Esiste il rischio di una sorta di deriva ‘complottista’ che, dalla generica denuncia dei condizionamenti esercitati dai grandi potentati economici e finanziari, man mano scivoli fino a puntare il dito, come tante altre volte nella storia, contro gli ebrei, da additare alle masse come i veri responsabili di tutti i problemi?È un dato di fatto, com’è noto, che la difficile situazione economica ha scatenato, in tutto il mondo, un vasto movimento di protesta, volto a esprimere la contrarietà di una presunta, larghissima maggioranza della popolazione (il “99 %”) contro il presunto prepotere di una piccolissima minoranza di cd. “poteri forti”: termine alquanto generico e approssimativo, con cui si vuole principalmente indicare, a quanto pare, il grosso capitale, e, soprattutto, le banche, tanto pubbliche quanto private.Per quanto riguarda, in particolare, l’Italia, il malumore contro queste forze occulte ha trovato un’ulteriore, propizia occasione per esprimersi nella recente formazione del nuovo governo, in cui (o dietro di cui) molti, a destra come a sinistra (la destra più populista e la sinistra più radicale) hanno voluto vedere la “longa manus” di potenti banchieri, spregiudicati finanzieri, avidi plutocrati. I quali, come sempre, non si vedono, ma “ci sono”.Anche se non si parla (ancora) di un “complotto plutocratico”, pare, insomma, che molti ci pensino. E non sorprende, in questo contesto, che, in almeno un paio di occasioni, autorevoli politici abbiano fatto riferimento a uno specifico ruolo giocato, in tali vicende, dalla massoneria (la quale, quantunque ‘decaduta’, è sempre andata a braccetto, nell’immaginario popolare, con la plutocrazia).Stiamo dunque tornando ai tempi dei “complotti demo-masso-giudo-pluto”? (Anche stavolta, fra l’altro, a tramare contro di noi ci sarebbero delle potenze straniere, con la Francia e la Germania al posto della “perfida Albione”). E anche gli ebrei, per caso, fanno parte del ‘complotto’?Al momento, per fortuna, tale idea non pare consolidarsi e, se pur circola, talvolta, qualche parola a vanvera, non fa proseliti, né viene poi consapevolmente rivendicata o ribadita. Ma esiste o no il pericolo che, un domani, la teoria del ‘complotto’ cresca e si allarghi, fino a tornare ai tristi stereotipi dei tempi andati, e a completare, con l’inserimento degli ebrei (ricchi ebrei, banchieri ebrei, avvocati ebrei…), il “quadro di famiglia” degli oscuri “complottisti”?Al riguardo, ci può essere una risposta ottimistica e una pessimistica.L’ottimista dice: no, non c’è pericolo, la democrazia italiana è solida e matura, ci si può permettere di parlare di complotti dei “poteri forti” senza arrivare, come in passato, a tirare in ballo gli ebrei.Il pessimista dice: attenzione, si tratta di un piano inclinato, il pericolo c’è.Personalmente, sono indeciso tra le due opzioni. Ma, nel dubbio, preferirei che di ‘complotti’ e di “poteri forti”, in ogni caso, non si parlasse mai, con o senza ebrei. Francesco Lucrezi. http://www.moked.it/

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