giovedì 9 febbraio 2012


Il mio nuovo libro: "A Gerusalemme"

Cari amici,è uscito il mio nuovo libro “A Gerusalemme” edito da Rizzoli. Sono 214 pagine di vita vissuta, di storia della città, di luoghi che amo particolarmente. Insomma in poche parole una lettera d’amore a una città che è nel cuore e nella mente di tutti noi per il suo passato e per il suo futuro.Vi invito quindi alla presentazione del libro lunedì 13 febbraio alle 18,00 presso la Libreria Arion Esposizioni (Via Milano n. 15/17, Roma) con Franco Frattini, Elisabetta Rasy e Walter Veltroni.Vi accludo qualche recensione uscita in questi giorni.Arrivederci, Fiamma
"Per le strade di Gerusalemme, la città che dà coraggio" Libero, 4 febbraio 2012 di Paolo Bianchi. È un libro al contempo ! bello e terribile questo A Gerusalemme (Rizzoli, pp. 214, euro 18), soprattutto perché è scritto da una giornalista come Fiamma Nirenstein, figlia di uno dei primi «ebrei pionieri», giunto nel nascente Stato di Israele dalla Polonia nel 1936, e da molti anni commentatrice delle vicende del Vicino Oriente per i quotidiani La StampaeIl Giornale. Il volume che ha confezionato con minuziosa cura storica, cronachistica e autobiografica è un addentrarsi tra le pieghe oscure della città santa per eccellenza, capitale dei tre monoteismi, ebraismo, cristianesimo e islamismo e cuore pulsante di una ventina di loro derivazioni. Se il primo approccio turistico è sempre quello con la Città Vecchia, e specialmente con la porta di Giaffa, la più frequentata delle sette (ne esistono anche altre quattro, ma chiuse o murate), se le prime occhiate possono quasi far pensare a un variegato parco a tema, anzi a «un luna park turistico e commerciale», il rischio è quello di «imbrancarsi! mentalmente con le truppe appena scese dai pullman». La realtà è ben più complessa, drammatica diciamo pure. Quei cumuli di pietre gialle e rosate celano confini invalicabili, circondano territori rivendicati a partire da tremila anni fa. Il Quartiere Musulmano arriva fino alla Spianata del Tempio, a fianco del Quartiere Ebraico. Accanto alla Tomba di Davide c’è anche la sala dell’ultima cena di Gesù e, a fianco, una moschea. Perché «tutto è vero, guai a metterlo in discussione, e tutto è falso, basta chiedere agli archeologi. Molto a Gerusalemme è fatto così. Ma sul vero e sul falso resta sempre aperta la finestra della fantasia e di una fede che mostra i denti». Conoscere la storia di Gerusalemme significa addentrarsi in un gomitolo aggrovigliato di verità e di supposizioni. Ma la mescolanza e la sovrapposizione, per quanto suggestive, hanno anche significati non del tutto rassicuranti. Nel luglio 2000, alla presenza di Bill Clinton, Arafat sostenne placid! amente che a Gerusalemme non era mai esistitoun Tempiodi Salomone, cioè un Tempio degli Ebrei. Un esempio di negazionismo raccapricciante. E nel marzo dello stesso anno, quando Giovanni Paolo II aveva appena cominciato a parlare alla folla, il richiamo del muezzin si levò fortissimo a coprire la sua voce. C’è la Gerusalemme delle divisioni eterne e dell’eterna violenza. «Affacciarsi sul futuro è molto difficile», spiega Nirenstein, «ormai la questione di Gerusalemme è una delle più irrisolvibili del mondo, e lo dimostrano molti episodi degli anni recenti: ogni processo di pace discute la questione di Gerusalemme solo per trovarla impossibile». Eppure, che gli ebrei non demordano è specificato in una frase che non lascia spazio a dubbi. Proclama l’autrice: «Che errore hanno fatto con me i terroristi islamici: se volevano convincermi ad andarmene, hanno invece reso più bello il volto di questa città, mi hanno affondato nei secoli indietro, mi hanno fatto cono! scere re Davide».
“Davar acher – A Gerusalemme con Fiamma Nirenstein” Moked, 5 febbraio 2012 di Ugo Volli Ho letto tutto d'un fiato il nuovo libro di Fiamma Nirenstein, "A Gerusalemme" (Rizzoli, pp.215, €18). E' un testo assai più emozionante e più coinvolgente della maggior parte delle cose che si scrivono sulla storia, l'archeologia e la politica di Gerusalemme, perché contiene sì frammenti di tutti questi argomenti, ma è anche è soprattutto una love story, la storia dell'amore di una donna fiorentina per una città mediorientale carica di storia e di conflitti. Quest'amore non è geloso, non esclude nessuno, racconta di vicini arabi ambigui, di capi palestinesi che odiano Israele, di intellettuali scettici e politici affettuosi. Parla di luoghi, di case, di wadi, di negozi, di spese, di motorini, di caffè, della difficoltà di un figlio e di una grande festa di matrimonio. Racconta con angoscia e partecipazione gli anni delle stragi, in cui no! n c'era giorno senza che i terroristi facessero saltare in aria un autobus o un luogo di ritrovo. Spiega il terrore del ritardo di un figlio, la doppia faccia di commessi simpatici che si rivelano sostenitori del terrore. Esplora i sotterranei del Monte del Tempio, descrive le vecchie case palestinesi, parla della ginnastica e del caffé al tempo delle stragi e delle colazioni dei giornalisti inviati a Gerusalemme. Racconta abbondantemente e con amore della sua famiglia, ricorda il terribile sconcerto del padre di fronte alla Shoà, le partite di pallone del figlio, la forza del marito. E' insomma un diario intimo e pubblico, costruito per frammenti, per associazioni, per emozioni. Un bel libro.Ma soprattutto è un documento del rapporto profondo, vero, non più libresco dopo millenni, che lo stato di Israele ha permesso agli ebrei di istituire con Gerusalemme e Eretz Israel, quello che ci porta appena possiamo prendere un aereo e ad inventarsi cose da fare nel piccolo sta! to ebraico: parenti, amici, lavoro, ricorrenze religiose, vacanze, non importa. L'importante è andarci, o stare lì, come Nirenstein, trasferirvisi come hanno fatto tanti ebrei italiani. Il rapporto che Fiamma Nirenstein disegna nel libro e pratica nella vita, e tanti altri come lei, è un legame d'amore, fisico, concreto, perfino sensuale con Eretz Israel. Una curiosità, una necessità, una consuetudine, un attaccamento a tratti disperato, ma sempre pieno di speranza. Questo non capiscono, o capiscono fin troppo bene, quelli che la detestano e la criticano, quelli anche di origini ebraiche che applaudono alle vignette che la ritraggono secondo i canoni dell'ideologia nazista col pretesto dell'infame lotta politica italiana, tutta segnata da partigianerie e piccinerie, da viltà e finti moralismi. Fiamma Nirenstein non è solo una grande giornalista, non è solo un esempio di successo dell'impegno civile dell'ebraismo italiano, ma anche la figura del rapporto autentico, ! emotivo, intimo, passionale con Israele, della condivisione del suo destino storico. Il suo libro parla di questo, ancor più che della città di Gerusalemme. Farsene penetrare, condividere questa passione, pagina dopo pagina, è un piacere e un atto di partecipazione intellettuale e politico cui è bello abbandonarsi.
Aprendo il link qui riportato a seguire sarà possibile leggere alcune pagine del libro:
http://rcslibri.corriere.it/rizzoli/pdf/Nirenstein.pdf

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