giovedì 9 febbraio 2012

Umberto Saba
Tea for two - A lezione con gli ebrei italiani

In una piccola aula immersa nel sole inizia un viaggio particolare, che non conosce limiti di tempo o di spazio. Una macchina del tempo senza Cecchi Paone o un salto oltre i limiti delle lancette senza lo scienziato pazzo amico di Michael J. Fox. La lezione della professoressa Marina Beer di Letteratura ebraica italiana, un corso previsto per il Diploma Universitario triennale in Cultura Ebraica, sta per iniziare. Due ore strappate all'incedere un po' indolente che caratterizza il primo pomeriggio. Due ore settimanali per scoprire, parafrasando Momigliano, gli ebrei d'Italia. I grandi letterati che hanno animato il prolifico ambiente dei salotti dell'intellighenzia tra '800 e '900. E la scansione non è data solo da cesure temporali ma anche da una geografia culturale che dai tempi di Dionisotti ci mostra la diversificazione da zona a zona. Prendiamo ad esempio il Piemonte che vede una presenza ebraica dovuta alla temporanea cattività avignonese del papato nel '300 e che parteciperà al potere dei Savoia e al sogno risorgimentale dell'Unità. Da qui si dipana l'appassionata spiegazione e la presentazione di alcuni celebri personaggi ebrei. Un po' come nell'ultimo film di Woody Allen, Midnight in Paris, gli uomini prendono forma e consistenza. Sembra quasi di vederlo, il solitario Primo Levi seduto nel piccolo banco accanto, intento a scrivere Argon, il racconto che più di altri inquadra la comunità ebraica piemontese. Argon, un gas inerte che non lega con gli altri, ma che è indispensabile alla vita. E Levi, non solo una grande voce della memoria, non solo un grido silenzioso che squarcia il muro dell'indifferenza, non solo un grigio chimico. Ma il Levi narratore, il Primo Levi immaginifico che divide per capitoli il suo libro "Il sistema periodico", intitolandoli con ciascun elemento della tavola periodica. Ma ecco che dalla porta della classe entra un nuovo personaggio, distinto e che ha tutta l'aria di essere un pozzo di scienza. Samuel David Luzzatto, grande Chacham e grande italiano. Tra le azioni mitiche compiute, scrisse una lettera a Manzoni (diventato il difensore degli oppressi con l'ultima parte dei Promessi Sposi, "Storia della colonna infame") chiedendo di fare luce sul processo per il martirio di Simonino da Trento per cui furono condannati a morte alcuni ebrei. Una sorta di J'accuse all'italiana. Peccato che Manzoni non rispose mai e fece sapere indirettamente di non potersene occupare perché non aveva materiale a sufficienza. Il profilo di Luzzatto viene poi realizzato con levità e garbo da un suo celebre parente: Umberto Saba. Un poeta che celebra un fortunato matrimonio tra la tradizione ebraica e quella italiana. Saba non nasconderà alcuni tratti tipicamente ebraici a differenza del suo concittadino Italo Svevo, che invece seminerà indizi come per una caccia al tesoro riservata ad un lettore particolarmente curioso. Il Luzzatto descritto da Saba è un brillante maestro di ebraismo che non disdegna letture secolari. Una metaforica uscita dal ghetto che lo renderà un personaggio carico di fascino. Nelle note apposte successivamente al racconto, Saba citerà anche il figlio di Luzzatto, Filosseno che intreccerà rapporti con Graziadio Isaia Ascoli (il celebre glottologo, che alla sua investitura a professore volle giurare sulla Bibbia ebraica) e Michelstaedter. Ma la galleria di ritratti dei grandi ebrei italiani non si può certo condensare in due ore. Nelle lezioni seguenti ci faranno compagnia Svevo, Bassani, Castelnuovo e tanti altri. Uomini da scoprire. Vicini a noi perché combattono per mantenere il difficile equilibrio dato dalla una doppia identità: italiana ed ebraica. Uomini che probabilmente si sarebbero inviperiti con il giornale Der Spiegel al centro dei dibattiti per la stizza rivolta verso gli italiani, ma che avrebbero lanciato uno sguardo di dissenso per il titolone del quotidiano il Giornale che faceva un ardito paragone tra Schettino e Auschwitz. In fondo non sempre serve una mezzanotte a Parigi per volare con la fantasia.Rachel SIlvera, studentessa,http://www.moked.it

Nessun commento: