sabato 28 aprile 2012


In Israele la giornata della memoria delle vittime della Shoah cade il ventisettesimo giorno del mese di Nissan (quest’anno il 19 aprile) ed è una ricorrenza che viene vissuta con il dolore tipico che si riserva ad un passato che non passa e con il timore che la storia possa ripetersi. Quest’ultimo sentimento da diverso tempo tende a prevalere. Come se non bastassero i timori per un’Iran nucleare, si è aggiunta infatti la notizia che l’American Nazi Party (ANP) ha registrato il suo primo lobbista al Congresso di Washington.A presentare a Capitol Hill il documento ufficiale necessario per la registrazione è stato , 55 anni. “E’ la prima volta che il nostro partito intraprende la strada del lobbismo e non sappiamo se funzionerà” ha dichiarato ai giornalisti. Il suo intento è quello di promuovere una discussione su temi come l’immigrazione, l’accesso al voto, la disoccupazione e l’economia.Bowles non è nuovo a gesti eclatanti. Nel 2008 si presentò alle elezioni presidenziali come il “Candidato dei bianchi” per il National Socialist Order of America (NSOA), un altro gruppo neonazista. Sul suo sito “Bowles for president” si poteva leggere di come la minaccia più grande per gli Stati Uniti fosse rappresentata dagli immigrati illegali non WASP (White Anglo-Saxon Protestant) provenienti da Paesi distanti dai “valori europei dei padri fondatori”.Sia il partito repubblicano che quello democratico sono visti come organizzazioni asservite agli “interessi sionisti”. La piattaforma politica del NSOA prevedeva la cancellazione di aiuti economici e militari a Israele, l’abbassamento dell’età pensionabile a 55 anni e una copertura sanitaria per il 100% della popolazione “by whites for whites”. Se fosse stato eletto il suo primo ordine sarebbe stato il rimpatrio di tutti gli stranieri nelle loro terre d’origine.Questa volta Bowles ha alzato di gran lunga la posta: non punta più ad essere (almeno per adesso) un “terzo” e sconosciuto candidato dalle chance prossime allo zero, bensì mira a fare pubblicità al suo movimento nella città sulla collina. La sua è una sfida al primo emendamento della Costituzione americana che sancisce la libertà di espressione. Come ha dichiarato al The Hill, “i congressisti non fanno che dire agli americani di essere aperti ai punti di vista altrui. Voglio vedere se sono sinceri”.A chi gli ha domandato il perché del suo passaggio dal National Socialist Order of America all’ANP ha spiegato che dietro la sua scelta c’è la necessità di affiliarsi ad un gruppo dal nome più “riconoscibile”. Ciò anticipa un’importante svolta nel pensiero di Bowles e forse dell’intera comunità neonazista made in USA. I compromessi sull’identità del partito non verranno più accettati. “Gli elettori vedranno la svastica sulla scheda elettorale” ha affermato Bowles senza esitazioni.Per i sostenitori delle idee nazionalsocialiste l’ANP è un punto di riferimento imprescindibile: e’ stato fondato nel 1959 da ad Arlington in Virginia con il nome di World Union of Free Enterprise National Socialists (WUFENS). Meno di un anno dopo il suo leader ha deciso di cambiarne il nome con quello attuale puntando ad ottenere il massimo impatto sui media e sui cittadini.Una vita contro, quella di Rockwell. Contro gli ebrei, considerati traditori “al novanta per cento” e per questo “meritevoli di condanna a morte”. Contro la comunità nera e in particolare , visto come la quinta colonna in America della comunità “ebraico-comunista”. Contro gli immigrati clandestini accusati di rubare lavoro ai cittadini americani.L’insoddisfacente collaborazione con il movimento del Ku Klux Klan e della Nation of Islam non scalfiscono la determinazione di Rockwell nel propagandare il suo messaggio di odio e discriminazione. In una celebre intervista del 1966 nega lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale e conia, in opposizione a quello delle Pantere Nere, lo slogan del White Power.Il suo assassinio nell’agosto del 1967 all’uscita di una lavanderia rallenta per diversi decenni la crescita dell’ANP ma non uccide il sogno folle degli ariani d’America. Oggi la sfida dell’American Nazi Party è quella di traghettare il partito “fuori dalla fase uno e condurlo nel XXI secolo”.Nel frattempo anche la strategia politica è cambiata. Niente più appuntamenti ad alto profilo, lo strumento preferito da Rockwell famoso per le sue marce a New York o lungo il Mall di Washington e per le provocazioni. Fece molto discutere Il suo tour a bordo di un pulmino della Volkswagen ribattezzato Hate Bus, la risposta neonazista alla campagna dei Freedom Riders contro la segregazione razziale negli Stati del sud.La lotta nel 2012 è affidata, secondo l’attuale segretario dell’ANP Rocky Suhayda – il quale usa un linguaggio simile a quello che può ritrovarsi nei manuali moderni di jihad – a “piccole cellule e all’attivismo individuale”. Una sorta di partito liquido che, in un momento di grave crisi economica, tenta di fare presa sulla classe operaia, ovviamente ed esclusivamente bianca, aizzandola contro lo straniero ebreo, latino o asiatico che sia.Ancora più importante dell’ANP è il National Socialist Movement (NSM), nato nel 1974 da una costola del partito di Rockwell. Sino al 2008 annoverava tra i suoi membri anche il neolobbista John Bowles. L’ostilità dimostrata dalla guida Jeff Schoep nei confronti della candidatura presidenziale di Bowles, oltre a incompatibilità caratteriali, portò quest’ultimo e i suoi più fedeli accoliti a trasmigrare, come abbiamo visto, prima nel NSOA e poi nell’ANP.Il NSM con circa 400 membri affiliati e una presenza in 32 Stati è il principale gruppo antisemita americano e, solitamente, pratica anch’esso la strada dell’azione sotterranea. Negli ultimi dieci anni esso è finito solo un paio di volte sulle prime pagine di tutti i giornali. Il National Socialist Movement – il cui quartiere generale ha sede a Detroit, in pieno midwest – è stato coinvolto nell’ottobre del 2005 nella rivolta di Toledo. I sostenitori della causa ariana scesero in strada nella città dell’Ohio per protestare contro alcune gang di afro-americani. I contro-manifestanti risposero lanciando pietre agli agenti incaricati di proteggere il corteo, distruggendo macchine e vetrine e dando fuoco a un bar. Il sindaco Jack Ford fu costretto a proclamare lo stato d’emergenza e a imporre il coprifuoco. Il bilancio della guerriglia urbana fu di 13 feriti e oltre 100 arresti.La stampa americana è tornata ad occuparsi del NSM nel maggio dell’anno scorso per raccontare di Jeff Hall, il leader della sezione californiana del movimento, ucciso da suo figlio, un bambino di appena dieci anni. Quanto abbia influito in questa tragedia la presenza di una figura paterna capace di proclamare odio e discriminazione non è ancora chiaro.E’ difficile delimitare in maniera precisa la galassia neonazista; essa è molto vasta, comprende decine di associazioni poco numerose e spesso sconfina ideologicamente in altri “gruppi d’odio” come quelli ostili ai musulmani, agli afro-americani e ai gay.Sbarcando a K Street, l’ANP ha scelto di abbandonare una “strategia fantasma” e di abbracciare la strada del confronto politico (seppure nella forma del lobbismo). Per quanto possano essere aberranti e rivoltanti le idee da essa propugnate, non è del tutto negativo che una parte dei movimenti sia pronta a confrontarsi con un sistema democratico che ha sempre cercato di ignorare. Se non altro sarà finalmente possibile cominciare a stimare le dimensioni di un fenomeno che per troppo tempo è sfuggito a qualsiasi radar. http://www.meridianionline.org/

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