venerdì 27 aprile 2012
Monaco '72 - le vittime israeliane dimenticate
Prima di andare alle Olimpiadi, ogni atleta
israeliano si reca a rendere omaggio alle tombe degli 11 compatrioti
uccisi da terroristi palestinesi a Monaco nel 1972. Quell’anno, la
vergognosa decisione di non interrompere i Giochi Olimpici segnò un
crollo dei valori morali, e diede il via a successivi massacri di ebrei
innocenti.Le celebrazioni olimpiche furono interrotte, ma le gare
continuarono ad andare avanti. E’ una vergogna che il Comitato Olimpico
Internazionale (IOC), per opportunismo politico, ora abbia scelto di
dimenticare il massacro degli israeliani. Proprio ora il Comitato ha
rifiutato la richiesta, da parte delle famiglie degli atleti israeliani,
di organizzare una commemorazione ufficiale in loro ricordo. Non c’è
nulla come i Giochi Olimpici che possa suscitare sentimenti collettivi
di pace, lealtà e correttezza e la memoria degli israeliani sarebbe
potuta essere onorata l’estate prossima in occasione delle Olimpiadi di
Londra 2012. Il Comitato Olimpico invece ha ceduto, di nuovo, al
ricatto arabo.Nel 2000, il Comitato Olimpico palestinese si oppose a
una commemorazione a Sidney in ricordo del massacro di Monaco. Le
vedove coraggiose di due delle vittime si erano a lungo prodigate al
fine di organizzare una commemorazione, o con un momento di silenzio o
con una menzione del Presidente del Comitato durante il discorso
d’apertura dei Giochi.“Noi vogliamo che il Comitato Olimpico,
davanti a tutti i 10.000 atleti, dica: ‘Non dimentichiamo cosa è
successo a Monaco’. Vogliamo questo per una sola ragione, così non
succederà mai più” ha detto di recente Ankie Spitzer, il cui marito,
Andre, era uno degli israeliani uccisi.Se si volesse identificare
l’inizio del massacro dei civili israeliani, si deve tornare indietro a
quella maledetta mattina, al numero 31 di Connolly Strasse nel Villaggio
Olimpico di Monaco. Dato che le Olimpiadi dovrebbero essere apolitiche,
la visione di atleti ebrei, con una benda sugli occhi e in manette, che
trascinano i piedi verso il loro destino su suolo tedesco, ha suscitato
una profonda repulsione a livello internazionale.Infamia e vergogna.Alcuni degli atleti israeliani assassinati dalle squadre della morte
di Arafat, erano sopravvissuti alla Shoah, mentre altri erano “sabra”
nati in Israele. Ognuna delle loro storie rievoca pianto e preghiera.
Ognuno di loro era un membro del grande corpo di Israele.Come
Amitzur Shapira, padre di quattro bellissimi bambini e insegnante a
Herzliya. Come Shaul Ladani, che aveva contratto la febbre tifoidea nel
campo di concentramento di Bergen-Belsen. Come Yosef Romano, che il
giorno prima di essere ucciso, aveva detto: “Questa sarà la mia ultima
gara; non ho abbastanza tempo per i miei bambini”Come David Berger,
un ebreo idealista e pacifista di Cleveland, che avrebbe dovuto sposarsi
di ritorno dalle Olimpiadi. Come Mark Slavin, che baciò il suolo
ebraico al suo arrivo in Israele da Minsk, dove aveva lottato contro i
comunisti che avevano tenuto in prigione migliaia di ebrei per il solo
motivo di aver voluto, come lui, raggiungere Gerusalemme. Come Ze’ev
Friedman, che parlava una splendida mescolanza di Yiddish e Russo, e che
era rimasto l’unico maschio sopravvissuto della sua famiglia, ridotta
in cenere nelle camere a gas. Come Kehat Schorr, che aveva combattuto
contro le truppe naziste sui Monti Carpazi. Come Yacov Springer, che
insegnava nella scuola di Bat Yam e che fu uno dei pochi sopravvissuti
della rivolta armata nel Ghetto di Varsavia. Come Eliezer Halfin, che
perse tutti i suoi parenti nella Shoah. Come Yosef Gutfreund, che passò
dei mesi in carcere in Romania per l’accusa di “propaganda sionista”.L’edificio
che ospitava gli atleti israeliani era a meno di 10 miglia dal campo di
concentramento di Dachau. Essi furono i primi ebrei uccisi in Germania
dopo il 1945, uccisi per il solo fatto di essere ebrei . Da allora il
loro assassinio è svanito dalla memoria internazionale. I parenti delle
vittime avevano chiesto soltanto “30 secondi” di silenzio. Il Comitato
Olimpico gliel’ha rifiutato. La prossima distribuzione di medaglie
d’argento e d’oro sarà macchiata d’ignominia e vergogna. Gli 11
israeliani sono morti una seconda volta.Giulio Meotti, http://www.informazionecorretta.com
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