venerdì 27 aprile 2012

Netanyahu rinnova allarme, Sinai come Far West

Israele guarda con crescente allarme alla situazione del Sinai, sullo sfondo delle turbolenze innescate in Egitto dai contraccolpi del dopo-Mubarak, e ritiene che in questi ultimi mesi la penisola egiziana a ridosso dei propri confini si sia trasformando in un Far West aperto alle scorrerie di estremisti d'ogni risma. Lo ha ribadito oggi il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, in un'intervista alla Radio militare nella quale ha peraltro sottolineato che la giunta militare al potere al Cairo e' in contatto con lo Stato ebraico sulla questione ed e' impegnato a disinnescare la mina.''Il Sinai sta diventando una sorta di Selvaggio West'', ha denunciato Netanyahu, affermando che al suo interno si muovono ''gruppi terroristici come Hamas, la Jihad Islamica o Al Qaida, i quali, con l'aiuto dell'Iran, se ne servono per trafficare armi, trasportarle e ordire attacchi contro Israele''. La tensione, lungo il confine, e' salita negli ultimi mesi, fra sparatorie e tentativi d'incursione, sfociati in un caso - nel 2011 - nell'uccisione di otto israeliani a nord di Eilat. Secondo Netanyahu, lo Stato ebraico - che ha autorizzato l'invio temporaneo di battaglioni egiziani di rinforzo nella penisola, in violazione degli accordi di pace fra i due Paesi - ''sta agendo'' per far fronte alla minaccia rinforzando i confini. Ma anche ''tenendo contatti permanenti con le attuali autorita''' egiziane, le quali - a parere del premier israeliano - sono a loro volta ''preoccupate'' per quanto accade nel Sinai. La precisazione appare un atto di riguardo verso il Cairo, che giusto ieri ha annunciato una richiesta di spiegazioni nei confronti d'Israele per l'opinione attribuita giorni fa da un giornale al ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, secondo cui il nuovo Egitto rischia ormai di divenire potenzialmente per lo Stato ebraico ''un pericolo maggiore dell'Iran''. (ANSAmed).

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