venerdì 26 ottobre 2012
Da Parigi a Torino,
sulle tracce del gusto kosher
Chiude i battenti
oggi a Parigi il Salon International de l'Agroalimentaire, una delle
più importanti rassegne dedicate al settore agroalimentare, con 5900
espositori da più di cento paesi e 140 mila visitatori provenienti di
200 nazionalità. La manifestazione funge ovviamente anche da fucina e cassa di risonanza
delle ultime tendenze in fatto di gusto e alimentazione e ha proposto
in questa edizione, per la seconda volta nella sua storia, una serie di
percorsi tematici. Così non stupisce il fatto che, accanto ai prodotti
biologici, al commercio equo e solidale, al cibo take-away, ai
visitatori sia stata offerta una ricca incursione nel mondo del kosher
con decine e decine di espositori scrupolosamente elencati
nell’opuscolo dedicato: “Oltre alla domanda originata dalle comunità
ebraiche, la tracciabilità della provenienza del cibo garantita dai
controlli delle autorità certificatrici riassicurano anche il resto dei
consumatori: il mercato cresce ogni anno del 10 per cento”, la
spiegazione fornita per il grande interesse del Sial nei confronti del
cibo preparato secondo i dettami della legge ebraica. Grande interesse
da parte dei visitatori anche per lo stand dello stato d’Israele nel
padiglione dedicato alle esposizioni nazionali. Il testimone passa
adesso al Salone del Gusto di Torino inaugurato ieri sera, un
appuntamento imperdibile per gli appassionati di enogastronomia nel
segno della qualità e della sostenibilità. “Torino, a tutti gli effetti, è una delle capitali mondiali delle
politiche che riguardano il futuro del cibo” ha ricordato il presidente
di Slow Food Italia Roberto Burdese. Un’affermazione ulteriormente
rafforzata dalla fusione tra Salone del gusto e Terra Madre,
l’organizzazione che “riunisce tutti coloro che fanno parte della
filiera alimentare e vogliono difendere l'agricoltura, la pesca e
l'allevamento sostenibili, per preservare il gusto e la biodiversità
del cibo”, come si legge nella sua presentazione. E in effetti la ricchissima offerta di eventi, conferenze e momenti di
degustazione del Salone torinese si declina secondo un unico comun
denominatore: quello di coniugare la straordinaria tradizione culinaria
italiana, nella sua diversità regionale, con il concetto di
solidarietà, e sviluppo sostenibile a livello globale. Tra le tante
iniziative paradigmatiche, le bancarelle dei “Mercati della Terra”, che
offrono prodotti da tutto il mondo, tra cui spicca il Farmer’s Market
di Tel Aviv, che inaugurato nel 2008, ogni settimana offre i migliori
prodotti locali, dall’olio al formaggio, dall’humus, agli ortaggi. Il
tutto secondo la filosofia che Salone del Gusto e Terra Madre
promuovono: acquistare prodotti unici, ma soprattutto “ascoltare il
racconto di chi ha coltivato, allevato o trasformato il cibo, di chi è
impegnato a promuovere metodi di produzione rispettosi dell’ambiente,
attenti alle risorse naturali, alla conservazione della biodiversità,
alla giustizia sociale”.Rossella
Tercatin http://www.moked.it/
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