Dubbi sradicamenti d’ulivi e veri soccorsi ai feriti
Dei contadini arabi di Cisgiordania, che lunedì hanno denunciato gli
ebrei di Cisgiordania d’aver sradicato alberi di ulivo di loro
proprietà, erano stati filmati poche ore prima mentre abbattevano degli
alberi di ulivo con le loro mani.Nei giorni scorsi, mentre la stagione della raccolta delle olive giunge
al culmine, sono riprese le periodiche accuse reciproche fra palestinesi
e coloni in materia di abbattimento di alberi e furto di raccolti. In
un clima di tensione crescente alcune di queste polemiche sono sfociate
in tafferugli, soprattutto nelle zone di Hebron e di Binyamin, senza che
le due parti siano riuscite finora a produrre prove convincenti a
sostegno delle rispettive accuse.Lunedì pomeriggio alunni israeliani hanno notato dei palestinesi che
abbattevano degli alberi e si sono affrettati a tornare sul luogo muniti
di videocamera per filmare la scena. Sono riusciti a documentare una
parte dell’operazione e hanno poi diffuso il filmato. Poche ore dopo
B'Tselem, la ong israeliana per i diritti umani nei territori occupati,
all'oscuro del filmato, denunciava che diversi alberi di ulivo
palestinesi erano stati tagliati da ignoti, con chiara allusione alla
consueta accusa contro i coloni.Secondo i coloni, che di recente hanno deciso di mandare i loro
attivisti sul terreno muniti di videocamere per contestare quelle che
sostengono essere accuse infondate nei loro confronti, l’uliveto citato
nella denuncia palestinese è lo stesso in cui loro hanno girato il
video. Il che, secondo loro, dimostra che i palestinesi cercano di
costruire false prove a sostegno delle loro accuse. “Soltanto ieri
abbiamo chiesto ai nostri di portarsi appresso una videocamera – dice
Benny Katzover, capo del comitato degli israeliani di Samaria – e già un
giorno dopo viene documentata la provocatoria messa in scena
dell’abbattimento di alcuni ulivi”.I palestinesi e il gruppo B'Tselem sostengono che gli ulivi filmati dai
coloni non sono gli stessi oggetto della loro denuncia. Ismail, uno dei
contadini ripresi nel filmato, sostiene che “i coloni ci stanno
calunniando; noi stavamo potando i nostri alberi, ma quelli che sono
stati abbattuti erano in un altro terreno”.(Da: YnetNews, 16.10.12)Per il filmato, si veda:
http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4292715,00.html
Un bambino arabo palestinese di sei anni folgorato da una scarica
elettrica è stato soccorso e curato lunedì dagli abitanti ebrei di Neve
Tzuf dopo che i suoi genitori l’avevano portato alle porte
dell’insediamento israeliano per chiedere aiuto medico. Il bambino, che
aveva subito gravi lesioni, ha ricevuto i primi soccorsi dal personale
medico di Neve Tzuf ed è stato poi trasportato al centro medico Sheba di
Tel Hashomer, in Israele, per ulteriori trattamenti.Neve Tzuf, che sorge nella regione di Binyamin, in Cisgiordania, è
spesso al centro di tensioni fra ebrei e arabi del posto. La sorgente di
Nabi Saleh, che si trova nei pressi di Neve Tzuf, è luogo di incidenti
quasi settimanali fra dimostranti palestinesi e forze di sicurezza
israeliane. Tali tensioni non hanno tuttavia impedito che il bambino,
originario di uno dei villaggi del circondario, venisse portato dagli
ebrei e prontamente soccorso dal personale sanitario dell’insediamento
che, con l’aiuto di militari del corpo medico delle Forze di Difesa
israeliane di stanza nella zona, hanno stabilizzato le condizioni del
bambino fino all'arrivo di un’ambulanza dall'insediamento di Ofra e al
successivo trasporto all'ospedale israeliano.Gli abitanti di Neve Tzuf dicono che non si tratta di un evento insolito
e che spesso i palestinesi chiedono assistenza medica all'insediamento.
In un’occasione i coloni hanno aiutato un palestinese ad essere curato
in un ospedale israeliano nonostante il fatto che non avesse un permesso
per entrare in Israele. Dice Baruch Ram, responsabile della sicurezza a
Neve Tzuf: “Non è la prima volta che feriti o malati vengono qui,
specie d’inverno. L’assistenza che prestiamo loro non sembra contribuire
granché allo sviluppo di rapporti di buon vicinato. Non abbiamo mai
ricevuto un ‘grazie’, e la verità è che non me lo so spiegare. Ma
tant’è, noi facciamo il nostro dovere quando aiutiamo una persona in
difficoltà”.(Da: YnetNews, 15.10.12) http://www.israele.net/
Nessun commento:
Posta un commento