martedì 16 ottobre 2012
Gerusalemme - Le
carte di Kafka in pubblico dopo decenni
Una saga degna di
un romanzo quella della raccolta di manoscritti del grande scrittore di
lingua tedesca Franz Kafka e del suo amico e biografo Max Brod. Una
saga su cui una sentenza della Corte distrettuale di Tel Aviv ha
scritto la parola fine, decretando che quelle carte, da decenni
disperse e in mani private, saranno custodite ed esposte nella
Biblioteca nazionale d’Israele a Gerusalemme, accessibili a pubblico e
ricercatori. Migliaia di pagine: i quaderni dell’autore delle
Metamorfosi, i diari personali di Brod mai pubblicati che potrebbero
gettare una nuova luce su Kafka stesso, la corrispondenza tra i due.
“Non capita spesso – si legge nella decisione del magistrato Talia
Pardo Kupelman – che un giudice abbia l’opportunità di investigare
nelle pieghe della storia, che si ritrovi a doverla ricostruire pezzo
per pezzo”.In effetti, l’origine della contesa che ha visto lo stato d’Israele
opporsi alle presunte proprietarie dei carteggi, le sorelle Eva Hoffe e
Ruth Wiesler, che dichiaravano di averli ereditati dalla madre Esther
(segretaria di Max Brod), va ricercata nelle vite di Brod e Kafka,
scomparso nel 1924 a Praga, la città dove era nato nel 1883 da una
famiglia ebraica di lingua tedesca. Ad appoggiare la rivendicazione
delle sorelle anche il German Literature Archive, che reclamava la
legittimità dell’acquisto di una parte delle preziose testimonianze
dalla madre delle due donne, in quanto appartenenti di diritto alla
Germania. Pretese in contraddizione con il testamento di Brod scomparso
nel 1968 a Tel Aviv, dove si era trasferito da Praga nel 1939. Alla sua
morte i manoscritti portati con sé dalla Cecoslovacchia passarono alla
segretaria. Esther Hoffe ignorò il desiderio espresso dal suo
principale che il fondo venisse passato a un archivio pubblico e ne
vendette una parte all’estero. Molti manoscritti finirono al German
Literature Archive della città di Marbach, altre in cassette di
sicurezza della Hoffe stessa a Tel Aviv e Zurigo. Esther morì nel 2007
e la figlia Ruth sei mesi fa.Oggi Eva dovrà consegnare quelle pagine, ma rimarrà titolare di una
quota dei profitti di qualsiasi eventuale pubblicazione. Il direttore
della Biblioteca nazionale Oren Weinberg ha accolto con soddisfazione
la sentenza, sottolineando l’importanza di rendere i carteggi
accessibili al pubblico “Non appena possibile, i documenti saranno
messi a disposizione anche online” la promessa di Weinberg al
quotidiano Haaretz.Rossella
Tercatin http://www.moked.it/
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