martedì 16 ottobre 2012
Traduzione
di Serena Prina Neri
Pozza Euro 17,50
Dopo
aver esplorato la mente di alcuni tra i più noti filosofi del XIX
secolo (Nietzsche e Schopenhauer) in affascinanti biografie
romanzate, Irvin Yalom, illustre psichiatra americano, docente
all’Università di Palo Alto e appassionato di filosofia si
confronta nella sua ultima opera con un altro mostro sacro della
filosofia moderna, Baruch Spinoza, narrando in parallelo la vita e le
ossessioni di Alfred Rosenberg, il massimo ideologo antisemita
nazista, che fu a capo dei saccheggi del terzo Reich e venne
giustiziato a Norimberga nel 1946.Fra
un prologo e un epilogo in cui lo stesso scrittore si rivolge al
lettore, il romanzo è costruito a capitoli alterni ambientati in
contesti storici e realtà geografiche diverse: da una parte c’è
la Germania nazista fra il 1910 e il 1946, in cui si declina la
vicenda di Alfred Rosenberg, dall’altra troviamo l’Olanda tra il
1656 e il 1677 dove, con sapiente maestria, Irvin Yalom tratteggia la
vicenda biografica ed esistenziale di Baruch Spinoza. Sullo sfondo
due universi spirituali in netta contrapposizione: l’ebraismo e
l’antiebraismo.Il
romanzo prende avvio con la figura di Alfred Rosenberg, studente in
un liceo di Reval, che riceve dal preside di origini ebraiche Epstein
una punizione singolare per aver pronunciato in classe un discorso
dai contenuti antisemiti: deve mandare a memoria alcuni passi
dell’opera di Goethe in cui si palesa la profonda ammirazione del
grande poeta tedesco per le idee del filosofo Baruch Spinoza.Un
compito assai arduo per il giovane Rosenberg anche per l’insidioso
dubbio che si insinua nella sua mente distorta e che lo metterà a
confronto per tutta la vita con un dilemma tormentoso: come può un
essere appartenente ad una razza inferiore elaborare un pensiero così
lucido e geniale?Le
pagine che Yalom dedica all’ideologo nazista colpiscono non solo
per la straordinaria capacità dell’autore di penetrare -
utilizzando la penna come fosse un bisturi - la psiche disturbata di
un individuo, frutto certamente della sua esperienza professionale,
ma anche per lo splendido ritratto che delinea di un ‘epoca storica
nella quale si gettarono i semi di quell’odio razziale che avrebbe
condotto alla persecuzione del popolo ebraico.Rosenberg,
un uomo ossessionato da pregiudizi antisemiti, per tutta la vita ha
ricercato l’approvazione e la stima degli altri, in particolare di
Hitler che però lo ha sempre tenuto in disparte manifestandogli
dapprima una simpatia superficiale e in seguito disprezzandolo
pubblicamente. Alla base di questa nevrosi si nasconde forse il
timore inespresso di avere un antenato ebreo.I
capitoli dedicati a Spinoza sono un balzo affascinante nell’Olanda
del Seicento e ruotano attorno all’episodio che cambia in modo
drammatico la vita del filosofo: il cherem, bando perpetuo, che
Baruch Spinoza subisce all’età di 23 anni dalla comunità ebraica
di Amsterdam, incapace di accettare le sue idee innovative e le
critiche che rivolge all’ossequio superstizioso dei precetti
religiosi e alla lettura acritica della Torah. “…credo che tutti
i precetti religiosi – cattolici, protestanti, musulmani e pure
ebraici – si limitino a ostruire la visione delle verità religiose
fondamentali. Spero in un mondo, un giorno, privo di religioni, un
mondo con una religione universale nella quale tutti gli individui
usino la ragione per fare esperienza di Dio e per venerarlo”.Sono
pagine nelle quali l’autore narra anche dell’incontro di Spinoza
con Clara Maria, la giovane figlia del suo professore di latino e
lettere classiche, Franciscus van den Eden, della quale ammira non
solo l’abilità intellettuale ma anche la grazia e la dolcezza: un
amore non corrisposto che lo condurrà a intraprendere per tutta la
vita una lotta consapevole e tenace per il superamento delle
passioni.Con
sapienza storiografica e capacità divulgativa Yalom ci presenta il
pensiero filosofico di uno dei personaggi più famosi del XVII secolo
che, allontanato dal proprio gruppo di provenienza, arriva a negare
l’esistenza di un Dio personale e a identificarlo invece con la
Natura.Fra
realtà e finzione il romanzo, dal ritmo narrativo avvincente
nonostante la complessità degli argomenti trattati, si avvale di una
costruzione letteraria molto efficace: due figure immaginarie
affiancano nello svolgimento della trama il filosofo e il nazista.
Sono personaggi fittizi, amici e confidenti, che inducono i
protagonisti a rivelare il loro vissuto, ad aprirsi con fiducia
trovando in costoro punti di riferimento per l’elaborazione del
loro pensiero: per Rosenberg si tratta di Friedrich Pfister, un vero
psichiatra, che lo ha conosciuto da bambino ed è stato grande amico
del fratello Eugen, mentre nel caso di Baruch Spinoza è Franco
Benitez, un ebreo portoghese che inizialmente offre il destro alla
comunità ebraica per promulgare il cherem ma che poi rimane
conquistato dalle idee del filosofo e, seppur incapace di abbandonare
la comunità, cerca tuttavia di combatterne dall’interno i
pregiudizi e il fondamentalismo.Le
ragioni del titolo del romanzo sono racchiuse nel prologo che rivela
altresì in modo sorprendente come e perché il grande psichiatra
americano, affascinato da questo “coraggioso pensatore del
diciassettesimo secolo”, abbia deciso di dedicarvi la sua ultima
opera.Romanzo
di idee ambizioso e di ampio respiro, l’ultima opera di Irvin Yalom
si legge d’un fiato e per tre buoni motivi: per la struttura
narrativa ben orchestrata, per la competenza storiografica dello
scrittore e per il piacere della scrittura capace di creare un mondo
in cui si alternano mirabilmente realtà e finzione.Giorgia Greco
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