lunedì 8 ottobre 2012
Quando,
un anno fa, l’attuale Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, appariva
lanciatissimo nella sua trionfale campagna elettorale, alcuni suoi potenziali
elettori (e io fra loro) espressero, in diverse sedi, un profondo turbamento
per un video, registrato dall’allora eurodeputato e inserito nel suo sito, in
cui si appoggiavano incondizionatamente le spedizioni marittime (cd. Flotillas)
contro Israele, con un violento linguaggio di criminalizzazione verso lo Stato
ebraico, colpevole di avere trasformato Gaza in una “prigione a cielo aperto”
ecc. In ragione della personale stima per De Magistris, gli chiesi, attraverso
amici comuni, un incontro, e lo ringrazio sinceramente per avermi voluto
concedere (nelle concitatissime giornate alla vigilia del ballottaggio) un
frammento del suo tempo, durante il quale, in tono amichevole e cordiale, pur
non rinnegando il suo operato (non sarebbe stato, in ogni caso, nel suo
carattere), assicurò di non essere mosso da alcuno spirito ostile, verso
nessuno. Non pensai certamente che avrebbe cambiato così facilmente le sue
idee, ma volli sperare che, nel nuovo incarico istituzionale che lo attendeva,
avrebbe avuto l’accortezza di essere più cauto nelle parole e nei
comportamenti, anche nella consapevolezza di rappresentare una grande città,
non tutta di ‘guerriglieri’.In seguito, il Sindaco ha usato nuovamente, nel ricevere, in pompa magna, il
responsabile dell’Autorità Palestinese, parole incaute verso Israele e la
memoria della Shoah, accusando lo Stato ebraico di strumentalizzare l’Olocausto
al fine di legittimare una politica violenta e oppressiva. Ma abbiamo
pubblicamente elogiato, su queste colonne (22/2/12), l’impegno dato a sostegno
della manifestazione “Memoriae”, settimana di incontri in occasione del 27
gennaio, nella quale il Comune ha proficuamente lavorato, a fianco di numerosi
Enti ed Associazioni (fra cui l’Associazione ALI, la Comunità Ebraica di
Napoli, la Fondazione Valenzi, Italia-Israele e molte altre). E ho avuto modo
di elogiare la sensibilità del Sindaco anche in un pezzo pubblicato lo scorso11
luglio, a proposito di una bella manifestazione in memoria della Resistenza.Ora, però, il Comune ha deciso (prima e unica città europea, che io sappia) di
dare la propria ufficiale sponsorizzazione all’ennesima provocazione marittima,
stavolta affidata alla nave Estelle (Flotilla III), che dovrebbe essere
ricevuta nel porto di Napoli, con tutti gli onori, domani, 4 ottobre, per poi
sciogliere le vele verso l’odiato nemico sionista. Ragione dichiarata della
scelta, ancora una volta, il sostegno alla popolazione assediata di Gaza (e
all’innocuo, pacifico, democratico regime che la governa), e la lotta contro il
suo truce oppressore. Il tutto, come sempre, nel giubilo dei centri sociali e
dei gruppuscoli neonazisti (su questo punto, da sempre, alleati di ferro
dell’ultrasinistra), mentre diverse lettere aperte di riprovazione e una
raccolta di firme contro l’iniziativa non sembrano, almeno finora, avere
sollecitato alcun ripensamento. Questo è quanto. La città di Napoli, la mia città, promuove la sua piccola ‘crociata’,
la sua allegra e velenosa guerricciola contro Israele. Che dire? Il Sindaco, ex
magistrato, sa che un’operazione ostile deliberatamente condotta contro uno
stato sovrano, da parte di un altro stato, è qualcosa di più di un’offesa, vale
come un atto di guerra. La giurisprudenza non chiarisce il caso che
l’operazione sia realizzata da una città, penso che sia un evento abbastanza
inedito, ma credo che il senso non cambi. Napoli è in guerra contro
Israele?Più che rabbia, provo profonda pena e tristezza per la mia città. Non
chiederò un altro incontro a De Magistris, sarebbe inutile, e poi è già stato
gentile (lo dico senza ironia) a ricevermi una volta. Lui è un politico di
successo, Sindaco della terza città d’Italia, certamente destinato a traguardi
ancora più prestigiosi, io sono un semplice cittadino, non ho nulla al di là,
spero, di un po’ di coscienza e di coerenza. E coerenza e coscienza mi
impongono di smetterla, e di chiedere a chiunque che si smetta di partecipare a
commemorazioni degli ebrei assassinati ieri accanto a chi continua a
criminalizzare gli ebrei di oggi, e ad appoggiare chi li colpisce. Con gli
stessi sentimenti e, spesso, le identiche parole che venivano adoperate
70 anni fa.È un’ipocrisia grande quanto una casa, un’ingiuria ai vivi e ai morti Francesco Lucrezi, storico, http://www.moked.it/
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