lunedì 22 ottobre 2012
Treves
Editore ha pubblicato una nuova edizione del testo di Theodor Herzl –
“Lo Stato degli ebrei”, con una presentazione di Shimon Peres e una
introduzione di Amos Luzzatto. Non so come si discuterà di questa
edizione. Ma penso che sarebbe un'occasione sprecata se tutto si
limitasse a discutere di Dreyfus o della improvvisa conversione di un
giornalista emancipato di successo. Mi piacerebbe che qualcuno provasse
a condividere in pubblico la storia del suo rapporto con questo libro
che è anche in modo diverso di raccontare la storia del suo rapporto
con la dimensione ebraica nel tempo attuale: quella del suo “essere
ebreo”, ma anche quella del suo “guardare gli ebrei”.E per ciò mi
chiederei, più che cosa spingesse Herzl a scrivere quel libro, cosa ha
spinto ieri o cosa spinge oggi a leggerlo; se e dove sia collocato
nella propria libreria di casa; quanto sia parte delle letture di un
israeliano; come lo legge un adolescente o un ebreo osservante (tanto
per mettere insieme le prime figure che mi vengono in mente). Insomma
quale sia e quante sfaccettature abbia l’altra metà del libro “Lo Stato
degli ebrei”, ovvero il mondo variegato e in movimento dei suoi
lettori, effettivi e potenziali. Per capire anche quanti e quante volte
lo abbiano avuto tra le mani. Oppure non abbiano mai sentito il bisogno
di leggerlo. E a tutti chiederei: perché?David
Bidussa, storico sociale delle idee http://www.moked.it/
Etichette:
L'angolo della lettura
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento