sabato 17 novembre 2012
“Gli
israeliani costretti a una guerra di sopravvivenza"
Dichiarazione dell’On. Fiamma
Nirenstein, Vice Presidente della Commissione Esteri:
“Due giorni fa ero in Israele con una delegazione
dell'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia - Israele da poco rientrata,
dunque, mi raggiunge la notizia dell'uccisione volontaria di tre civili
innocenti nella loro casa di Kiryat Malachi, causata dal lancio di 450
missili in 48 ore indiscriminatamente su una popolazione di un milione e
mezzo di civili del Sud. Dico "volontaria" perché è evidente che il
bombardamento è indirizzato alla popolazione civile, come sempre peraltro da quando
nell’agosto 2005 Israele ha sgomberato Gaza, oggi interamente nelle mani dei
palestinesi di Hamas. Da allora dalla Striscia, con qualche intervallo, piove
su Israele un insopportabile quantità di missili in parte di lunga gittata
(Fajr) di probabile fabbricazione iraniana, in parte Grad, Katyusha e razzi
vari”. Continua Nirenstein: “L'Associazione ha visitato la popolazione e portato la
sua solidarietà in un kibbutz, Kfar Asa, duramente colpito n! ei giorni scorsi.
Abbiamo visto i bambini rinchiusi da giorni nelle stanze blindate, le case
bombardate, i negozi chiusi, la gente pronta a raggiungere in quindici secondi
i rifugi costruiti in ogni casa. Abbiamo ascoltato episodi di morti e di
feriti. La mia impressione è che gli israeliani abbiano vissuto e vivano nelle
ultime settimane una condizione inaccettabile per qualunque Paese, incluso il
nostro, in cui si colpisce gratuitamente e con studiata crudeltà la popolazione
civile. Penso anche che l'esercito israeliano abbia cercato di contenere al
massimo il numero dei palestinesi uccisi nell'ambito dell'operazione in corso,
Israele non ha mai cercato altro che di fermare il lancio di missili colpendo i
responsabili e i nidi di armi, e che l'esposizione volontaria che Hamas fa dei
propri civili rende molto difficile un'operazione mirata con perfezione, della
qual cosa certamente ci dobbiamo dispiacere sperando che anche Gaza un giorno
pensi al proprio sviluppo e all! a propria gente piuttosto che alla distruzione
di Israele. Dall'altra parte, è chiaro che l'enorme investimento
israeliano nella vita degli abitanti con un sistema di protezione capillare, un
rifugio per ogni casa e il continuo investimento per proteggere le scuole e i
luoghi di lavoro, rendono più difficile colpire i civili. Per questo il numero
di morti è contenuto nonostante i lanci ormai continui e senza tregua. Speriamo
che quanto prima il fuoco di guerra si spenga, ma è evidente che al di là della
logica pena umana per ogni morto e ferito, occorre che l'organizzazione
terrorista Hamas cessi dalla sua insistita determinazione a distruggere lo
Stato d'Israele. Molte famiglie simili alle nostre stanotte stanno di
nuovo per affrontare una notte di incubo nei rifugi sotto un attacco che cerca
i civili per ucciderli, e a loro va la nostra solidarietà mentre speriamo nella
pace”.
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