Nemiche amiche vicine per calendario
domenica 9 dicembre 2012
Fra
Hanukkah e Natale, in un certo senso, non è mai corso buon sangue: due
feste troppo vicine - nonostante il calendario ebraico si diverta a far
ballare la Festa delle luci fra la fine di novembre e e gli ultimi
giorni di dicembre – e con troppe caratteristiche che a un primo
superficiale sguardo sembrano simili. Quanto basta per alimentare una
rivalità, apparentemente scherzosa, condita di battute e vignette e
storielle più o meno ironiche che da anni tentano di conciliare due
festività che, a essere sinceri, possono avere in comune solo la luce
delle candele e i doni ai bambini. E forse neppure quello, visto che i
regali fanno parte della deriva commerciale di entrambe le occasioni.
Una trottola, che in realtà serviva per nascondere un’occasione di
studio insieme e far credere a uno sguardo nemico che si stava solo
giocando, questo era l’unico divertimento per quegli otto giorni di
festa. Neppure Natale, a quanto pare, sarebbe una festa in cui i regali
sono il tema dominante. E poi? Poi i due mondi si sono avvicinati, e Sankt Nikolaus si è fatto
comprare dalla Coca Cola, ha scambiato il suo abito verde per una
divisa rossa, ed ha iniziato a fare gli straordinari per distribuire
regali. Quei regali che sono diventati sempre di più, e la letterina a
Babbo Natale ha fatto sì che vengano sempre più spesso acquistati su
ordinazione, grazie a genitori spioni che leggono le lettere
indirizzate al Polo Nord. Scritte da bambini che sanno benissimo come
gira il mondo e che riescono a commuovere gli adulti convincendoli che
certo, ovviamente, si sa, Babbo Natale viene solo nelle case dei
bambini che ci credono (e che si sono comportati bene)… E Hanukkah? Non
sarà mica una festa minore? Il fascino degli alberi di Natale
addobbati, il mistero di quella strana cosa chiamata presepe e
soprattutto la frenesia dello shopping di stagione e le centinaia di
pacchetti infiocchettati sono difficili da non notare, per quanto a
casa ci siano famiglie che fanno il possibile, e l’impossibile, per
dare il senso della festa, e Hanukkah di senso da offrire ne ha
tantissimo. I bambini a volte provano a fare i superiori, a scherzare
sulla quantità di Babbi Natale che si arrampicano ormai ovunque, appesi
ai balconi, ma – per essere sinceri - sanno anche che sicuramente fra
trottole e frittelle e monete di cioccolato qualche pacchetto sbucherà.
Perché siamo noi genitori, in realtà, che facciamo il confronto. Siamo
noi adulti che proiettiamo sui bambini le nostre preoccupazioni e, in
un certo senso, cediamo. Provate a chiedere ai bambini perché amano
Hanukkah… saranno pochi quelli che non citeranno i regali. Uno per
sera, ovviamente. Senza dichiararlo, senza ammetterlo, ma il timore che
i nostri cuccioli facciano il paragone con il tripudio di pacchetti
natalizi e che si sentano in un certo senso in difetto esiste. E
cercare di spiegare che no, non tutti festeggiano le stesse cose e che
anzi se vogliamo dirla tutta nel mondo si tratta solo di una piccola
minoranza di persone non basta. Non basta a noi stessi, soprattutto.E allora è con un piccolo senso di rivalsa, subito coperto da un
altrettanto piccolo senso di colpa per il senso di rivalsa, che si
scopre che in America alla ben nota Christmas envy (l’invidia del
Natale) si sta sostituendo una sempre più diffusa Hanukkah envy, grazie
– grazie? – alla crescente diffusione di hannukiot e decorazioni a tema
negli spazi pubblici. Dalla prima hanukkia accesa alla Casa Bianca nel
1979 da Jimmy Carter, ai party a tema di George Bush, al primo
messaggio augurale del presidente degli Stati Uniti Barak Obama
(nell'immagine), si arriva al dreidel portato nello spazio
dall’astronauta Jeffrey Hoffman. Ovviamente la sovraesposizione è
maggiore ed ha effetti pervasivi nelle aree a maggiore popolazione
ebraica, e in Italia vedere negozi addobbati per Hanukkah è raro. Forse
impossibile. Intanto nelle case si contano i regali, e sceglierne otto
moltiplicato il numero di figli può diventare complicato, anche se
scegliere regali per le persone care è bello, sempre. Carta, nastro
adesivo, fiocchi… si lavora alacremente ma un piccolo disagio di fondo
resta. Poi la bellezza delle luci, il profumo delle frittelle e
soprattutto la gioia dei bambini coprirà ogni cosa, anche quella
piccola invidia che ci portiamo ancora dentro noi genitori, ricordo di
quando eravamo bambini ed abbiamo desiderato per settimane quella
particolare decorazione per l’albero che non aveva senso domandare.Ada
Treves http://www.moked.it/
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