martedì 22 gennaio 2013
Cara Abby, …
Dear Abby, probabilmente la columnist più letta al mondo, che ha
avuto per oltre trent’anni una rubrica pubblicata su 1.400 (mille e
quattrocento!) giornali americani e un numero di lettori quotidiani
superiore ai 100 milioni, era il nome scelto da Pauline Esther Friedman.
Aveva scelto di firmarsi con lo pseudonimo di Abigail Van Buren:
Abigail perché le piaceva la saggezza del personaggio biblico, e Van
Buren perché l’ottavo presidente degli Stati Uniti d’America era uno dei
suoi personaggi preferiti. È morta a 94 anni, la scorsa settimana,
qualche anno dopo la sua gemella, che a sua volta aveva una rubrica
regolare, seguitissima, che firmava col nome di Ann Landers.Dear Abby, che negli anni ha risposto a domande sugli argomenti più
svariati, a volte chiedendo pareri di esperti, a volte con durezza, ma
sempre con il suo noto e molto amato buonsenso, era diventata un vero
personaggio. Aveva una influenza enorme, ai suoi sondaggi riceveva
centinaia di migliaia di risposte ed era diventata un personaggio,
citata in film, serie televisive, canzoni e addirittura in un episodio
dei Muppets, in cui viene chiesto a Fozzie che giornali compra, e l’orso
risponde: “Leggo quelli in cui c’è la rubrica Dear Abby”. Spesso le sue
risposte erano assolutamente caustiche, ma del tutto irresistibili. Lo
scrittore Chuck Palahniuk, in Fight club, allude a Abigail van Buren,
che è citata anche in The Chanuka Song scritta da Adam Sandler per un
episodio del Saturday Night Live. Nella canzone – poi diventata parte di
uno spettacolo di grande successo – si scherza sull’invidia del Natale
che possono provare i bambini ebrei e nell’elenco di cose, personaggi e
tradizioni ebraiche di cui possono essere fieri cita anche “We got Ann
Landers, and her sister Dear Abby”. Nel 2001, poi le era stata dedicata
una stella nella Walk of Fame, a Hollywood.La rubrica Dear Abby da qualche anno era scritta a quattro mani con sua
figlia, cosa che non ha interrotto né ridimensionato il flusso
incessante di lettere e mail a lei destinate, circa 10mila alla
settimana, chiedendo consigli e soluzioni. E le sue risposte sono state
usate nei contesti più disparati, apprezzate come spunto di discussioni a
scuola, o come strumento per i corsi di apprendimento dell’inglese agli
stranieri (per questo scopo è stato pubblicato nel 2005 Dear Abby ESL).
Allora è bello salutarla con una delle sue frasi più citate:“Se volete che i bambini tengano i piedi per terra, caricate sulle loro spalle qualche responsabilità” – Abigail Van Buren,Ada Treves twitter@atreves,mokedhttp://moked.it/blog
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