martedì 29 gennaio 2013
momenti più buffi e patetici
di ogni elezione è quando i capi di tutti i partiti, senza eccezione,
dichiarano che il loro partito ha vinto. Alle elezioni non ci sono mai
perdenti. Esilaranti anche le esternazioni dei commentatori politici che
dichiarano dopo il voto che la loro previsione e teoria si è rivelata la più
accurata, e sono dunque loro i veri vincitori del confronto elettorale. Questo
avviene naturalmente anche in Israele, ma con qualche semplice cifra è
possibile fare in po' d'ordine aiutando i lettori a capire che cosa è successo
veramente. Il numero assoluto di votanti per ogni partito, forse meglio dei
seggi conquistati, dà un'interessante indicazione degli spostamenti che si sono
verificati rispetto al precedente voto del 2009. Le elezioni questa volta hanno
attratto un afflusso di elettori superiore a quello del voto nel 2009: 66.6 per
cento contro 64.7 per cento. Considerato l'incremento demografico, il numero
totale dei voti espressi (compresi quelli dispersi fra oltre 20 partitini che
non hanno superato la soglia del 2 per cento) è aumentato considerevolmente, e
questo sarebbe sufficiente a far cantar vittoria. Ma non è esattamente così per
tutti. Rispetto alla Knesset uscente, i tre partiti arabi sono aumentati insieme
di 38.000 voti (+12 per cento). I partiti Haredim (Shas e Yahadut Hatorah) sono
cresciuti insieme di 92.000 (+21 per cento). A sinistra, i Laburisti hanno
aggiunto 95.000 voti (+29 per cento) e Meretz ne ha aggiunti 71.000 (+72 per
cento – il successo relativo più notevole di queste elezioni). Al centro, la
somma dei voti andati ai tre partiti Yesh Atid (che da solo ha ottenuto oltre
mezzo milione di voti), Hatenuah, e Kadima ha superato di 50.000 (+7 per cento)
il voto che era andato a Kadima alle elezioni precedenti, confermando che si è
trattato soprattutto di un gigantesco travaso interno all'elettorato delle
classi medie. A destra, la lista unificata Habayt Hayehudi-Hayihud Haleumi, che
alle elezioni precedenti si era presentata divisa in due partiti, ha migliorato
insieme di 135.000 voti (+64 per cento, il secondo miglior successo per un
partito uscente dalla vecchia Knesset). E infine la lista unificata
Likud-Beitenu ha perso 243.000 voti (-22 per cento) rispetto alla somma dei due
partiti Likud e Israel Beitenu nel 2009. Difficile, dunque per Benyamin
Netanyahu parlare di vittoria elettorale. La sua (insieme al povero Kadima) è
l'unica che abbia perso voti e in gran quantità. Ma per i meccanismi della
democrazia, Bibi rimane il leader della formazione più numerosa in parlamento,
ed è a lui che spetterà il privilegio del primo tentativo di formare il nuovo
governo d'Israele.Sergio Della Pergola, Universtà Ebraica di Gerusalemme,moked.it
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