domenica 3 febbraio 2013
Cattivi esempi
Le
infelicissime frasi pronunciate domenica scorsa dal nostro ex premier
somigliano molto a quegli atteggiamenti degli allievi nelle
interrogazioni che hanno una particolare capacità di urtare noi
insegnanti: esposizione confusa, con termini imprecisi, tipica di chi
si tiene sul vago perché non ha studiato; frasi volutamente poco chiare
che consentono a chi le pronuncia di affermare che non è stato capito e
che intendeva dire tutt’altra cosa; polemiche che si trascinano nei
giorni successivi centrate appunto sul supposto malevolo
fraintendimento; e ancora, per quanto riguarda più specificamente il
Giorno della Memoria, la tendenza a fare confusioni e a mescolare tutto
insieme in un caos indistinto: Italia, Germania e resto d’Europa, anni
’30 e ’40, fascismo e nazismo, leggi razziali e Shoah; senza
dimenticare infine la tendenza a infilare a sproposito Israele in
discorsi in cui non dovrebbe entrare per nulla. Confusioni, a dire il
vero, più che comprensibili se consideriamo che i ragazzi nei giorni
intorno al 27 gennaio sono sottoposti a un bombardamento di eventi,
spettacoli, film, ecc. alla rinfusa e presumibilmente dovranno
attendere il loro tredicesimo anno di studio (l’ultimo delle superiori)
per avere un inquadramento storico sufficientemente chiaro. Tuttavia i
giovani non sempre hanno l’umiltà di riconoscere i propri limiti e a
volte credono di sapere tutto su temi di cui hanno sentito parlare fin
da quando erano piccoli ma mai in modo preciso e sistematico. E non
sempre i ragazzi si sanno assumere la responsabilità di una risposta
chiara, giusta o sbagliata che sia, senza cadere nella tentazione di
smentirla successivamente.Il nostro ex premier non è un mio
allievo e non spetta a me il penoso compito di assegnargli un voto;
quanto agli studenti, in effetti non ci si può stupire troppo se
qualche volta imitano cattivi modelli dal mondo degli adulti.Anna
Segre, insegnante
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