lunedì 18 febbraio 2013
Continuano le vessazioni dei palestinesi
Fra
Israele e Striscia di Gaza c'é una condizione di guerra cronica
permanente. Ne abbiamo avuto prova lo scorso anno, con le migliaia di
razzi e missili sparati dai terroristi di Hamas verso le città
meridionali dello stato ebraico; al punto di indurre l'IDF ad
un'operazione militare che ha ridimensionato nel breve periodo la
costante minaccia dell'organizzazione terroristica che controlla
l'enclave palestinese dal 2007. Nessuna meraviglia che in virtù di
questo stato, il transito di persone e cose fra i due territori sia
controllato e centellinato (ma ciò non impedisce che da Israele a Gaza
giungano ogni settimana tonnellate di generi alimentari e beni di prima necessità).Ciò che sorprende e rattrista, è che le restrizioni avvengano anche sul versante meridionale della Striscia di Gaza.Non solo l'Egitto allaga il migliaio di tunnel clandestini
che lo collegano la Striscia, attraverso il quale i palestinesi
contrabbandano ogni tipo di bene (e pazienza se alcuni moriranno
annegati, o schiacciati dal collasso delle gallerie); ma apprendiamo ora
che il Cairo tiene chiuso da oltre due settimane
il valico di Rafah, che dovrebbe consentire il transito fra Egitto e
Striscia. E' la stessa Hamas - filiazione locale dei Fratelli Musulmani,
che comandano adesso in Egitto dopo la defenestrazione di Mubarak - a
denunciarlo: forse perché a ricevere il diniego di transito sono adesso
gli stessi ufficiali e membri dell'organizzazione islamica che governa
Gaza.Non solo: l'Egitto ha interrotto il transito di combustibili che l'emiro
del Qatar ha recentemente donato all'enclave palestinese; anche in
questo caso, senza alcuna giustificazione.Le restrizioni, a quanto pare, hanno seguito le accuse dei media
egiziani nei confronti di Hamas, che avrebbe avuto un ruolo attivo nella
repressione delle recenti manifestazioni di protesta al Cairo. Hamas
nega ogni coinvolgimento. Ma per i palestinesi la Striscia di Gaza
finisce così per diventare una "prigione a cielo aperto": per colpi dei
loro stessi fratelli egiziani.Nel frattempo si apprende che Hamas si accinge a demolire 75 case,
in cui abitano altrettante famiglie palestinesi. Le ruspe saranno
inviate dal "governo" di Gaza mercoledì prossimo. Inutili le accese
proteste di qualche giorno fa: l'organizzazione islamica sostiene che
gli alloggi sono abusivi, perché edificati su territorio pubblico. Una
spiegazione che lascia l'amaro in bocca ai malcapitati: avessero
costruito in Israele, sempre su terreni pubblici, o in spregio alle
normative edilizie, avrebbero attratto l'attenzione di tutto il mondo a
fronte di una analoga quanto legittima decisione del governo di
Gerusalemme. Inutili gli appelli rivolti a tutti i livelli dai residenti
di queste comunità le cui case saranno fra pochi giorni spazzate via
senza complimenti.
http://ilborghesino.blogspot.it/
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