Israele, si allungano i tempi per il nuovo governo: stallo nei negoziati con Yair Lapid

Yair
Lapid, leader di “Yesh Atid” (C’è un futuro), il secondo partito più
votato alle elezioni israeliane del 22 gennaio scorso (foto Ariel
Schalit / Ap)
«Ma Yair a
che gioco sta giocando?». Dicono che Benjamin Netanyahu, premier uscente
e prossimo alla conferma, stia perdendo la pazienza. Con una crisi –
per ora contenuta – con Siria, Iran e Libano, lo Stato ebraico, a più di una settimana dal voto,
non ha ancora un nuovo governo. E a bloccare la formazione del prossimo
esecutivo sarebbe, secondo i fedelissimi di Netanyahu, Yair Lapid. Il
leader di “Yesh Atid” (C’è un futuro, in ebraico) pare abbia fatto un
bel po’ di richieste. «Alcune del tutto inaccettabili», sussurrano
dall’ufficio del premier, «il belloccio della tv dovrebbe scendere dal
suo cavallo bianco e sporcarsi le mani».Ed ecco
quindi la proposta, estrema: «Fare a meno di Lapid e del suo partito».
Formare un governo spostato più a destra. Imbarcare non solo Naftali
Bennett con il suo “Jewish Home / National Union”, ma anche gli
ultrareligiosi di “Shas”, “United Torah Judaism”. E superare la
maggioranza con i centristi di “Kadima” e “Hatnuah”. Totale: 69 seggi su
un totale di 120. «Bibi (Netanyahu, nda) non può lasciare il controllo
della coalizione a Lapid», spiega un alto rappresentante del “Likud”, il
partito del premier. Che aggiunge: «L’obiettivo del leader di “Yesh
Atid” è quello di trovare il momento opportuno per far cadere Bibi. L’ha
sempre detto prima e confermato in campagna elettorale».

Un poster elettorale con il volto del premier uscente (e confermato) Benjamin Netanyahu (foto Ariel Schalit / Ap)
I colloqui
per il nuovo esecutivo intanto vanno avanti. Mercoledì David Shimron,
alto rappresentante del “Likud” ha incontrato Uri Ariel, deputato di
“Jewish Home / National Union”, per mettere a punto gli accordi di
governo. Il giorno dopo – giovedì – il numero uno di “Israel Beitenu”
(il partito che si è presentato insieme al “Likud”), Avigdor Lieberman,
ha incontrato direttamente Naftali Bennett. Ma gli analisti avvertono:
«Senza i voti di Yair Lapid il premier Netanyahu difficilmente potrà
mettere in piedi un governo stabile. Non solo per i partiti che
dovrebbero comporlo, ma anche perché la volontà popolare è stata chiara e
ha chiesto una tregua dalle politiche di estrema destra».Sul fronte mediorientale, il settimanale americano Time ha confermato quanto raccontato in esclusiva da Falafel Cafè:
il raid notturno israeliano sulla Siria, tra martedì e mercoledì
scorso, ha colpito più di un obiettivo. Non soltanto un convoglio in
viaggio verso il Libano e un laboratorio chimico alla periferia di
Damasco, ma anche un laboratorio chimico. Time aggiunge – citando fonti
d’intelligence occidentali – che gli Usa avrebbero dato luce verde allo
Stato ebraico non solo a quelle incursioni aeree, ma anche alle
prossime.http://falafelcafe.wordpress.com/
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