giovedì 14 febbraio 2013


Con il definitivo addio a Papa Giovanni Paolo II, e con l'addio (o arrivederci?) di Papa Benedetto XVI, si conclude una fase irripetibile nella storia della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. I due Pontefici, cosí diversi per carattere e rating, sono infatti gli ultimi per i quali il periodo della Shoah è stato vissuto in prima persona e ha lasciato una profonda traccia nella memoria – nel sentire, nel pensare e nell'agire individuale. D'ora in avanti, chiunque sia il nuovo capo designato della Chiesa, per Lui la memoria sarà una nozione acquisita indirettamente, libresca, non vissuta e metabolizzata dall'esperienza reale. In un certo senso, è come se la storia delle relazioni fra Chiesa cattolica e collettivo ebraico debba ripartire da zero, come se tutto ciò che è stato finora acquisito nella comprensione e nell'interpretazione di ciò che è avvenuto – e non è poco e non è semplice – debba essere riscoperto e rispiegato. È un'immensa sfida per la Chiesa, è una sfida di pari magnitudine per il mondo religioso, intellettuale e politico ebraico.Sergio Della Pergola,Università Ebraica di Gerusalemme,moked.it

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