Sabato
16 marzo, a Salonicco, in Grecia, si è svolta la commemorazione per il
70° anniversario della deportazione nazista degli ebrei.Una marcia silenziosa verso la vecchia stazione ferroviaria da cui il
15 marzo del 1943 partì il primo convoglio greco verso Auschwitz. Alla
marcia hanno partecipato circa 1000 persone, fra cui Ronald S. Lauder,
capo del World Jewish Congress, Moshe Kantor, presidente dello European
Jewish Congress, e il violista israeliano Ivry Gitlis. Il primo ministro
Antonis Samaras, invece, interverrà ad una cerimonia commemorativa in
programma per domenica 17 marzo.Salonicco, centro commerciale di grandissima rilevanza per le
relazioni con i Balcani e l’Oriente lungo tutta l’età moderna fino
all’Ottocento, fu distrutta da un gravissimo incendio nel 1917. I circa
60.000 ebrei di Salonicco, che avevano la gran parte delle loro attività
e dei loro beni concentrati nel centro della città, furono i più
colpiti dall’incendio.La distruzione della “Gerusalemme dei Balcani” – come spesso all’epoca
veniva chiamata Salonicco – fu portata a termine dai nazisti che
deportarono nei campi di sterminio il 98% della popolazione ebraica
(circa 54.000 persone, fra donne uomini e bambini).Oggi vivono a Salonicco circa 1000 ebrei: “La comunità ebraica è molto
piccola e nessuno pensa più ormai che possa tornare agli splendori di un
tempo” ha detto il sindaco della città, Yannis Boutaris. “Quel che
cerchiamo di fare oggi è di valorizzare il patrimonio rimasto .. e non
solo l’eredità degli ebrei, ma anche dei turchi e dei greci che qui
hanno vissuto per secoli in pacifica coesistenza”, ha aggiunto.

Mentre
a Salonicco si svolgeva la marcia in memoria dei deportati, nello
stadio di Atene, Giorgio Katidis, centrocampista dell’AEK Atene,
festeggiava il gol segnato all’84° minuto alla squadra del Veria, con il
saluto nazista. Un gesto che ha suscitato disapprovazione da parte di
tutti i presenti, dai compagni di squadra al pubblico.Nella foto che lo ritrae con il braccio alzato, si vede il compagno di
squadra brasiliano, Roger Guerreiro, che lo guarda con un’espressione di
stupore. L’allenatore tedesco dell’AEK, Ewald Lienen, ha detto che
Katidis “non ha idea di cosa sia la politica”. Katidis stesso su Twitter
ha scritto che non conosceva il significato di quel gesto e, anzi, che
odia il fascismo.
La Federcalcio greca ha deciso l’esclusione a vita di Katidis da
qualsiasi nazionale ellenica. “Il suo gesto – si legge nel comunicato
della Federcalcio – colpisce profondamente tutte le vittime delle
atrocità naziste e ferisce il carattere pacifico e profondamente umano
del calcio.”
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