domenica 3 marzo 2013
La preoccupazione di Gerusalemme sul boom di Grillo: “E’ anti-israeliano”
«È proprio
un brutto voto». Abbottonati e iper-diplomatici a Roma e Milano.
Decisamente preoccupati a Gerusalemme. L’esito elettorale in Italia non è
piaciuto allo Stato ebraico d’Israele. Per ora la diplomazia dello
stato mediorientale resta a guardare. Coinvolta com’è anche in un lungo
iter per la formazione del governo che ancora non c’è. Ma più di
qualcuno, contattato da Falafel Cafè, non nasconde la propria
preoccupazione per «l’ascesa inattesa e pericolosa» del Movimento 5
Stelle di Beppe Grillo.C’è anche
chi, senza tanti giri di parole, si dice «sconcertato». Più per
«l’incapacità dei grandi partiti, Pd e Pdl, di capire cosa stava
succedendo», a dire il vero, che per «la volontà del popolo italiano».
Sconcerto che, di fronte alla posizione del comico genovese sulla
questione israelo-palestinese, si trasforma in preoccupazione. Per ora
ufficiosa. «Un domani, però, se Grillo dovesse andare al governo e se
non dovesse cambiare le sue idee su di noi, i rapporti con Roma
potrebbero cambiare».Intendiamoci.
«Noi siamo contenti di com’è andato il voto», precisano da Gerusalemme.
«Non ci sono stati incidenti, è filato tutto liscio». Però. «Però non
possiamo non prendere atto del fatto che al Parlamento, c’è una terza
forza – la più vasta su scala nazionale – che porterà dentro il tempio
della democrazia italiana idee che ci sembrano anti-israeliane e un
filino anti-semite». Beppe Grillo, a Gerusalemme, non è gradito. «Da
mesi monitoriamo il suo sito», spiega un funzionario. «E il tenore dei
commenti c’entra poco con la dialettica e il rispetto di chi la pensa in
un modo diverso».
Non c’è solo
l’arena virtuale del comico a preoccupare. Ci sono anche le parole
espresse negli ultimi tempi. Le sue posizioni nei confronti dell’Iran.
Della Siria. Il ruolo che, secondo Grillo, svolge Israele nell’area. Per
questo non è passata per nulla inosservata l’intervista al
corrispondente da Roma, Menachem Gantz, dello scorso giugno, sulle
pagine dello Yedioth Ahronoth, il quotidiano più venduto dello
Stato ebraico. La situazione in Siria? «Ci sono cose che non possiamo
comprendere, non sappiamo se sia una vera guerra civile o si tratta di
agenti infiltrati nel Paese», ha risposto il leader del Movimento 5
Stelle.
E dell’Iran –
paese dal quale arriva la moglie Parvin Tadjik – cosa pensa il guru
della Rete? «Un giorno ho visto impiccare una persona, su una piazza di
Isfahan, e mi son chiesto: cos’è questa barbarie? Ma poi ho pensato agli
Usa: anche loro hanno la pena di morte, hanno messo uno a dieta, prima
d’ucciderlo, perché la testa non si staccasse. E allora: che cos’è più
barbaro?». «Grillo è un leader decisamente confuso e pieno di
pregiudizi», continua il funzionario. «Non vorrei che le sue idee sul
Medio oriente fossero influenzate dalla famiglia della moglie. E
speriamo non si vada ad altre elezioni, perché è molto probabile che il
partito del comico prenda ancora più voti».Anche se
ovviamente non pubblico, un ordine di preferenza – per Gerusalemme –
c’era eccome. La vittoria più gradita era quella del Popolo della
libertà, poi la formazione civica di Monti. Soltanto al terzo posto il
Partito democratico («ma soltanto per la sua alleanza con il partito di
Vendola, da sempre filo-palestinese»). Più o meno lo stesso ordine
dell’esito elettorale dei 2.214 italiani che hanno votato in Israele
nelle circoscrizione estera: il Pdl ha stravinto con il 55,96%, poi il
Pd (21,24%), quindi Monti (19,03%) e ultimo il Movimento 5 Stelle
(3,75%).http://falafelcafe.wordpress.com/
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