- comunisti e non comunisti,
- ebrei della diaspora e non,
- ebrei d’Italia e ebrei di Israele.
mercoledì 3 aprile 2013
ebrei nel dibattito pubblico italiano dal 1945 a oggi
“Israele e la Sinistra” di Matteo Di Figlia (Donzelli, 2012) è un
libro destinato a chi vuole approfondire la stretta relazione tra la
sinistra italiana e i figli di Israele, quelli della Diaspora e i
sionisti.Questo saggio analizza questo rapporto a partire dal 1945, anno
carico di significati per tutti gli italiani in generale e per i
comunisti e ebrei in particolare perché, nonostante il doveroso sguardo
al passato dell’autore è da questo momento in poi che il mondo si
divide, si frantuma in più categorie:
Nel 1945 - ma già qualche anno prima - molti ebrei, di importanti e
ramificate famiglie, direi soprattutto nel nord Italia, abbracciano la
teoria comunista, in parte come dottrina anteposta ai fascismi che hanno
visto milioni di ebrei sparire nei campi di concentramento. Nel nuovo
stato italiano il Partito Comunista e le sinistre che hanno condotto la
lotta partigiana hanno un ruolo importante e il Partito Comunista
primeggia in questo schieramento anche grazie al filo diretto che lo
lega a Mosca. Sarà proprio questo filo diretto con la Russia di Stalin,
nella quale è in atto una politica discriminatoria nei confronti del
popolo ebraico, a dare avvio a una lunga e continua discussione
all’interno della compagine dei comunisti italiani ebrei, tra coloro che
prendono le distanze da un partito troppo succube nei confronti di
Mosca, che non leva una forte e decisa condanna nei confronti di quelle
politiche e troppo incentrato su posizioni filo arabe che, dal 1948 in
poi, anno della fondazione dello stato di Israele, saranno sempre più
accentuate, mettendo i suoi militanti politici quasi nella condizione di
dover giustificare l’operato di un Stato, Israele, con il quale
condividono l’etnia e null’altro, considerandosi essi italiani.
Il burrascoso rapporto tra sinistra italiana e Israele vive momenti
chiave legati ad eventi che non toccano direttamente l’Italia, ma che
sono l’eco di quanto accade appunto in Palestina. Basti qui ricordare il
1967 e il 1982, anni chiave per la presa di coscienza di molti
intellettuali di sinistra ebrei che, davanti a guerre e attacchi al
proprio popolo, dopo una vita vissuta in modo laico, riscoprono la
propria ebraicità. In questo senso Matteo Di Figlia, per meglio
consentire al lettore di cogliere come gli eventi in Medio Oriente
impattassero la politica italiana e il dibattito intellettuale in una
certa cerchia sociale, riporta molti testi di figure di spicco di quegli
anni che levarono la loro voce in un dibattito che troppo spesso non
teneva conto dell’empatia che necessariamente coinvolge persone
appartenenti a un medesimo popolo. Molto più incentrato su singole
figure di uomini che di partiti, ciò nonostante il libro mostra come
questi abbiano preso posizione su un tema ancora oggi centrale come
quello del Medio Oriente.http://www.sololibri.net/
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