martedì 21 maggio 2013
Il singolo, la Comunità, Israele
La
posizione del singolo ebreo, delle comunità nella società contemporanea
così come di Israele nel mondo si sono fortemente evolute. Liberarsi di
schemi obsoleti per inquadrare questa nuova realtà sembra essere il
suggerimento di Sergio Della Pergola, noto demografo nonché ospite ieri
sera della Comunità ebraica di Torino. In Italia per festeggiare i 98
anni di rav Elio Toaff, rabbino emerito di Roma, Della Pegola ha accolto
l’invito della comunità torinese dando vita ad un momento di
riflessione e dibattito su diverse tematiche che interessano il mondo
ebraico. Due ore intense in cui si è spaziato dalla situazione
demografica ebraica alla percezione dell’antisemitismo fino alla
situazione politico-economica di Israele. Ad aprire la serata i saluti
di David Sorani, vicepresidente della Comunità di Torino. “Quando
abbiamo invitato Sergio – sottolinea il moderatore del dibattito
Maurizio Piperno Beer, introducendo l’ospite – gli avevo chiesto di
parlare delle migrazioni internazionali legate alla realtà ebraica per
tutta risposta mi sono sentito dire ‘ma con tutto quello che succede in
Medio Oriente e nel mondo (elezioni in Israele, in Italia) vuoi che
parli solo d quello?’”. E in effetti, come si accennava, i temi toccati
nell’arco della serata sono stati diversi e di stringente attualità.“Le istituzioni ebraiche internazionali – commenta in apertura Della
Pergola, docente all’Università ebraica di Gerusalemme – leggono le
dinamiche legate al mondo ebraico attraverso lenti che non riflettono la
situazione attuale ma di sessant’anni fa, in particolare su Israele”.
Nonostante sia uno stato, con i suoi problemi e le sue potenzialità,
Israele è ancora trattato come se fosse una riserva naturale, sostiene
il demografo. Come fosse altro rispetto ai paesi occidentali che, pure,
in diverse graduatorie economiche e non solo, lo stato ebraico supera,
affermandosi come una delle realtà più avanzate del mondo. E non è un
caso se per esempio “negli ultimi dieci anni l’emigrazione dall’Italia
verso Israele è costantemente cresciuta, raggiungendo il suo massimo nel
2012”. Alla luce dell’immobilismo italiano, di un contesto economico
dove professionisti ma anche lavoratori non specializzati non trovano
spazio, la dinamicità e il costante sviluppo del mercato israeliano
offre un ampio spettro di possibilità. “All’immigrazione, all’alyia
agganciata a una logica identitaria, sionista, ideologica si è
affiancata una spinta verso uno dei venti paesi più sviluppati del
mondo”.Questo sguardo in avanti di Israele, il superamento di schemi
tradizionali secondo Della Pergola lo si ritrova oggi nel risultato
delle ultime elezioni in cui nuove correnti si sono inserite in partiti
apparsi per lo più obsoleti. E su un punto il professore insiste: la
necessità di applicare a Israele le stesse categorie utilizzate per i
paesi occidentali: superare la dicotomia laici-religiosi e concentrarsi
sul fatto che siamo di fronte a una realtà che deve trovare soluzioni a
problemi quotidiani, di giustizia sociale simili al resto
dell’Occidente.Altro tema toccato, l’antisemitismo. “E’ stata fatta
recentemente un’indagine in nove paesi europei sull’antisemitismo
(iniziativa promossa dall’Agenzia per i Diritti Fondamentali dell’Unione
Europea e affidata al Centro studi ebraico Institute for Jewish Policy
Research ) da cui risulta un enorme aumento della percezione di questo
fenomeno da parte degli ebrei europei”, afferma Della Prgola, referente
del progetto in Italia. Internet e alcuni mezzi di comunicazione
appaiono come gli strumenti più inquinati dal fenomeno con una crescente
preoccupazione dei singoli che si riflette sulla volontà di emigrare
all’estero. In Francia, per esempio, il 45% degli intervistati
dichiarava di vagliare la possibilità di lasciare il proprio paese. I
nuovi volti dell’estremismo di destra, la crescente immigrazione
islamica e il pregiudizio che attecchisce anche in parte della sinistra
europea sono i motivi principali delle preoccupazioni degli ebrei
europei (con peculiarità per ogni paese). “Monitorare questa situazione –
riflette Della Pergola – sarà necessario per comprendere il futuro
della continuazione della presenza ebraiche nelle Comunità locali”.Molte le domande poste al demografo sulla situazione socioeconomica
israeliana: sui haredim, sul crescere delle diseguaglianze, sul rapporto
con i palestinesi e con gli arabi israeliani. Temi che si ricollegano a
una delle ultime battute di Della Pergola. “Rispetto a Israele c’è un
problema di immagine. C’è chi trova un nemico dietro ogni muro, chi
racconta solo di Shoah, di bombe atomiche, di antisemitismo mentre io
credo sia necessario fare un discorso costruttivo, avvicinare gli amici.
E’ un discorso che come sappiamo divide anche la stampa ebraica
italiana”. Nuovi schemi, categorie diverse per raccontare realtà che
apparentemente sono molto diverse ma che hanno molte affinità a partire
dalle quali si potrebbero trovare soluzioni comuni a problemi comuni.Daniel Reichel(20 maggio 2013)http://moked.it/
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