martedì 28 maggio 2013
“Un’iniziativa
commovente”. Così la figlia di Yitzhak Rabin, Daliah, nel messaggio
letto dalla coordinatrice bolognese di Sinistra per Israele Silvia
Cuttin in occasione della cerimonia di intitolazione di un giardino alla
memoria del padre, indimenticato statista israeliano e Premio Nobel per
la pace assassinato da un fanatico estremista nel 1995. A raccogliersi
attorno alla targa che ne ricorda l’impegno per il processo di pace in
Medio Oriente, a popolare l’area verde del quartiere, sono centinaia di
abitanti di Navile e con loro numerosi rappresentanti istituzionali e
della società civile. Da Milano, insieme al segretario nazionale di
Sinistra per Israele Emanuele Fiano e ad altri esponenti del gruppo tra
cui Giorgio Albertini, arrivano anche i ragazzi dell’Hashomer Hatzair –
una settantina in tutta. Folta la rappresentanza della Comunità ebraica
felsinea che proprio nelle scorse ha rinnovato il suo assetto
consiliare. Insieme a Cuttin intervengono l’ambasciatore dello Stato di
Israele a Roma Naor Gilon, stretto collaboratore di Rabin all’inizio
della sua carriera diplomatica, il sindaco Virginio Merola e il
presidente del
quartiere Daniele Ara. Gli ospiti ricordano le finalità dell’iniziativa
– insegnamento alla tolleranza, al rispetto reciproco e al rifiuto
della violenza e del fanatismo – e al contempo tracciano l’orizzonte di
sfide e progettualità concrete per la sensibilizzazione dell’opinione
pubblica sul tema mediorientale assunte dal movimento Sinistra per
Israele. La piantumazione di un melograno, simbolo di pace, dà infine il
senso tangibile del rapporto di amicizia e collaborazione tra i due
paesi. A lanciare un ponte sono idealmente le parole della stessa Dalia
Rabin. “A novembre – ricorda – ricorrerà il 18esimo anniversario
dell’assassinio di mio padre. Diciotto anni sono quasi una generazione,
un fuggevole momento della storia. Da quella terribile notte ho operato
con risolutezza per proseguire la sua missione e per garantire che il
popolo di Israele non debba mai più far fronte a questo trauma.
L’inaugurazione di un Parco Rabin a Bologna è un momento che vivo come
un grande abbraccio virtuale. Non ci conosciamo direttamente ma siamo
comunque accomunati dagli stessi ideali e dagli stessi valori. Sapere di
avere tanti amici sparsi in tutto il mondo dà, a chi si ispira alla
figura di Yizhak Rabin, la forza e il coraggio necessari per il
raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo posti”.http://moked.it/blog a.s – twitter @asmulevichmoked(27 maggio 2013)
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