mercoledì 23 gennaio 2013


Successo dell'iniziativa di espulsione dei partiti neofascisti dal Consiglio d'Europa


Ieri mattina a Strasburgo, in apertura dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (CdE), oltre 30 parlamentari si sono alzati in piedi per sostenere la richiesta, proposta dall'On. Fiamma Nirenstein, di ritirare le credenziali di due membri del CdE: Tamas Gaudy Nagy, esponente del partito ungherese Jobbik e Eleni Zaroulia, del greco Alba Dorata. Presentando la richiesta - per la quale, da regolamento, è necessario il supporto di 10 parlamentari provenienti da 5 paesi diversi - Nirenstein ha sostenuto che le posizioni espresse dai due parlamentari non sono compatibili con l'articolo 3 dello Statuto del Consiglio d'Europa che afferma che ogni membro del CdE deve accettare i principi dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamenta! li.Nirenstein ha dichiarato: "Entrambi i parlamentari dimostrano intenzioni politiche e un tipo di cultura volto alla discriminazione e alla persecuzione di coloro che essi considerano diversi. Non mi sembra che possano sedere nel Consiglio d'Europa, istituzione volta a promuovere i diritti umani, una signora che ha dichiarato che dei "subumani" hanno invaso la loro patria, con riferimento agli immigrati, e un signore che, proprio nel corso di una conferenza sull'antisemitismo tenutasi in queste stanze nel giugno scorso, ha parlato di "industria dell'Olocausto" come mezzo per garantire il dominio ebraico del mondo. Si tratta di partiti che distribuiscono i Protocolli dei Savi di Sion e fanno uso del saluto 'Heil Hitler'. Abbiamo voluto aprire qui un problema fondamentale riguardo a questi ! partiti neofascisti: nessun parlamento democratico deve accoglierli nel proprio seno".

Per rivedere la conferenza stampa tenutasi dopo l'Assemblea clicca qui 
Per rivedere il servizio del Tg1 delle 17:00 (al minuto 08:47) clicca qui
 

martedì 22 gennaio 2013

Israele: voto anticipato per militari, per Netanyahu prima sfida è Iran

VIDEO: http://it.euronews.com/2013/01/20/israele-voto-anticipato-per-militari-per-netanyahu-prima-sfida-e-iran/

Israele: "dona" suo voto a palestinesi

(ANSA) - TEL AVIV, 20 GEN - Far partecipare un palestinese al voto per le elezioni politiche in Israele grazie a quello messo a disposizione da un elettore israeliano: c'e' anche questa piccola iniziativa, promossa da un gruppo dell'ultra sinistra israeliana, nella vigilia elettorale. Un voto al quale, peraltro, hanno diritto circa un milione di arabi israeliani, ovvero il 20% del corpo elettorale. L'appello è stato pubblicato in arabo per esortare al voto gli arabi e frenare la vittoria delle destre.

Israele, avanti tutta a destra 

Una vera e propria sferzata nazionalista. Il prossimo Parlamento israeliano, quello che uscirà delle elezioni anticipate di martedì prossimo, al di là della spartizione dei 120 seggi in palio, sarà probabilmente guidato dai partiti di destra. E questo potrebbe segnare un profondo cambiamento della politica nei confronti di Iran e Autorità palestinese.Proprio nel momento in cui l’Onu, con un voto senza precedenti, ha riconosciuto l’Anp come Stato osservatore e sancito la leadership di Abu Mazen, Israele si appresta a una ferma risposta nel segreto dell’urna. I giochi non sono, comunque, ancora fatti. Se da una parte è scontata la riconferma di Netanyahu alla guida del governo, tutt’altro che chiara è la composizione del prossimo esecutivo.Secondo i sondaggi, l’alleanza Likud-Yisrael Beitenou (di Netanyahu e dell’ex ministro degli Esteri Lieberman, incriminato per frode e abuso di ufficio) potrebbe ottenere 38 seggi, seguita dai laburisti con 16. Terzo partito Habayit Hayehudi (Casa ebraica) dell’astro nascente della destra, Naftali Bennet, indicato con 13 seggi. Seguono gli ultraortodossi dello Shas con 12, il partito laico Yesh Atid con 8 e il nuovo partito Hatnua dell’ex ministro degli Esteri Tzipi Livni con 7. A seguire gli ultraortodossi di Torah Unita nel Giudaismo con 6 e i pacifisti di Meretz con 5. I tre partiti arabo-israeliani dovrebbero conquistare in tutto 7 deputati, mentre il partito di centro Kadima sembra destinato al crollo con soli 3 seggi. Secondo gli analisti, il Likud-Beiteinu alleandosi con gli altri partiti di destra e religiosi dovrebbe superare quota 61 seggi, che gli garantirebbero la maggioranza. Nel 2009 vinse il partito di centro Kadima ma non riuscì a formare un governo. Alla guida dell’esecutivo arrivò Netanyhau forte di un accordo con Shar e Israel Beiteinu.Le intenzioni di voto sembrano non essere intaccate neanche dallo scambio di accuse tra i principali attori della politica e delle istituzioni del Paese. Come l’esternazione del presidente della Repubblica, Shimon Peres, con la quale ha espresso la sua frustrazione per la situazione di stallo in cui si trova il processo di pace con i palestinesi, o l’attacco senza precedenti al premier da parte dell’ex capo dello Shin Bet (il servizio di sicurezza interno) Yuval Diskin: “Netanyahu è prigioniero di paure e incertezze. E’ un opportunista, privo della capacità di dare un esempio personale come leader. Aperto a idee fantastiche e messianiche, che lasciano a bocca aperta, con un allarmismo non motivato”. Anche l’ex premier Olmert non ha risparmiato accuse a chi, secondo lui, ha innescato un processo di paura nella popolazione. Il governo ha sperperato negli ultimi due anni l’equivalente di oltre due miliardi di euro per progetti militari di pura fantasia e avventurosi”. Colpi “bassi” che non hanno scalfito minimamente la macchina elettorale di Netanyahu. Anzi. Nelle ultime settimane l’avanzata del premier e dei suoi “compagni” di destra e ultradestra è proseguita. Forte anche dell’ondata di nazionalismo che sta permeando la vigilia del voto.E’ il caso di Bennet, deciso oppositore della nascita di uno Stato palestinese. Fino allo scorso novembre, quando è stato eletto alla guida del piccolo partito religioso nazionalista “Habait Hayehudi” (Casa Ebraica), era un nome sconosciuto alla maggioranza degli israeliani. Ora, secondo i sondaggi, si avvia a diventare leader del terzo partito del paese. Nella sua visione, la nascita di uno Stato palestinese sarebbe un “suicidio” per Israele e va decisamente contrastata. Inoltre bisognerebbe annettere la zona C della Cisgiordania, un’area che costituisce circa il 60% della West Bank, compresa la Valle del Giordano e la maggior parte degli insediamenti. I 50 mila “arabi” (Bennet evita il termine palestinesi) che vi abitano potrebbero chiedere la nazionalità israeliana. Ai palestinesi delle aree A e B verrebbe concessa solo un’autonomia limitata. Da parte sua Netanyahu, pur ribadendo l’obiettivo di una pace con due Stati, sta cavalcando le ragioni dei coloni ma, al tempo stesso, prosegue con la politica delle “barriere”. Dal Golan al Sinai, Israele deve difendersi con barriere contro l’avanzata della Jihad mondiale. E così il premier nel bel mezzo della campagna elettorale ha fatto un sopralluogo lungo la linea di confine con il Sinai egiziano. Due anni fa c’era solo deserto: oggi c’è una moderna e solida barriera di 230 chilometri che serve a scongiurare “l’infiltrazione in Israele dei terroristi”. E lo stesso sarà fatto nel Golan, al confine con la Siria. I primi 4 chilometri sono stati già completati, ne restano altri 54. L’opera dovrebbe essere ultimata nei prossimi mesi.Sul versante opposto, sembra scontato che le tre liste di centro-sinistra non saranno compatte per essere l’anti-Likud. Restano distanti, infatti, le posizioni dei tre leader contro il partito del premier e degli alleati dell’ex ministro degli Esteri Lieberman. In questo clima più che rovente, forse il più infuocato degli ultimi decenni, Ue e Stati Uniti non stanno a guardare. Secondo fonti bene informate, l’Unione europea dovrebbe a breve rilanciare trattative serrate tra Israele e Anp, nel tentativo di costituire in tempi brevi uno Stato palestinese indipendente lungo le linee precedenti alla guerra del 1967, con possibili scambi di territori. I 27 potrebbero anche esigere il congelamento della colonizzazione. E la Casa Bianca, favorevole a questa ipotesi, sta già tastando il terreno con i suoi inviati e il nuovo Segretario di Stato John Kerry. In questo scenario, dove i più interessati al risultato delle elezioni sembrano gli “alleati di sempre” di Israele e non i vicini arabi, il nuovo governo potrebbe trovarsi “stretto nell’angolo”. A questo si aggiunge anche la situazione in Siria, che ha congelato le opzioni più dure degli Stati Uniti contro l’Iran. Le sorti del regime di Damasco giocheranno un ruolo fondamentale nella partita a scacchi sul nucleare degli ayatollah.La logica della forza che contraddistingue il governo di Israele renderà il Paese sempre più isolato dal resto della regione”, ha affermato il re giordano Abdallah II. Un monito o un auspicio? Di fatto una realistica fotografia. Alla quale fa eco il sondaggio di Global Peace Index: il 67% degli israeliani non crede che il prossimo governo farà la pace con i palestinesi, indipendentemente dal risultato del 22 gennaio, perché i negoziati sono in stallo per motivi che non dipendono in alcun modo da Israele. Messaggio forte e chiaro per Obama, Unione europea, Onu, Paesi arabi e Abu Mazen. di Nello Rega http://www.televideo.rai.it/


Cara Abby, …
Dear Abby, probabilmente la columnist più letta al mondo, che ha avuto per oltre trent’anni una rubrica pubblicata su 1.400 (mille e quattrocento!) giornali americani e un numero di lettori quotidiani superiore ai 100 milioni, era il nome scelto da Pauline Esther Friedman. Aveva scelto di firmarsi con lo pseudonimo di Abigail Van Buren: Abigail perché le piaceva la saggezza del personaggio biblico, e Van Buren perché l’ottavo presidente degli Stati Uniti d’America era uno dei suoi personaggi preferiti. È morta a 94 anni, la scorsa settimana, qualche anno dopo la sua gemella, che a sua volta aveva una rubrica regolare, seguitissima, che firmava col nome di Ann Landers.Dear Abby, che negli anni ha risposto a domande sugli argomenti più svariati, a volte chiedendo pareri di esperti, a volte con durezza, ma sempre con il suo noto e molto amato buonsenso, era diventata un vero personaggio. Aveva una influenza enorme, ai suoi sondaggi riceveva centinaia di migliaia di risposte ed era diventata un personaggio, citata in film, serie televisive, canzoni e addirittura in un episodio dei Muppets, in cui viene chiesto a Fozzie che giornali compra, e l’orso risponde: “Leggo quelli in cui c’è la rubrica Dear Abby”. Spesso le sue risposte erano assolutamente caustiche, ma del tutto irresistibili. Lo scrittore Chuck Palahniuk, in Fight club, allude a Abigail van Buren, che è citata anche in The Chanuka Song scritta da Adam Sandler per un episodio del Saturday Night Live. Nella canzone – poi diventata parte di uno spettacolo di grande successo – si scherza sull’invidia del Natale che possono provare i bambini ebrei e nell’elenco di cose, personaggi e tradizioni ebraiche di cui possono essere fieri cita anche “We got Ann Landers, and her sister Dear Abby”. Nel 2001, poi le era stata dedicata una stella nella Walk of Fame, a Hollywood.La rubrica Dear Abby da qualche anno era scritta a quattro mani con sua figlia, cosa che non ha interrotto né ridimensionato il flusso incessante di lettere e mail a lei destinate, circa 10mila alla settimana, chiedendo consigli e soluzioni. E le sue risposte sono state usate nei contesti più disparati, apprezzate come spunto di discussioni a scuola, o come strumento per i corsi di apprendimento dell’inglese agli stranieri (per questo scopo è stato pubblicato nel 2005 Dear Abby ESL). Allora è bello salutarla con una delle sue frasi più citate:“Se volete che i bambini tengano i piedi per terra, caricate sulle loro spalle qualche responsabilità” – Abigail Van Buren,Ada Treves twitter@atreves,mokedhttp://moked.it/blog

 

Israele al voto – Pochi dubbi, sarà l’ora della destra

Un minuto e mezzo. È questo il tempo che secondo il comitato elettorale di Hatnua (Movimento), il partito guidato da Tzipi Livni, serve per convincere un elettore di centro-sinistra indeciso a votare per lei. Alla vigilia delle elezioni in Israele infatti è caccia alla preferenza degli indecisi, che secondo l’ultimo sondaggio pubblicato da Haaretz venerdì, sarebbero ancora il 15 per cento degli aventi diritto, pari a un bottino di 17/18 seggi sui 120 del Parlamento israeliano. Ancora più interessante il dato secondo cui la grande maggioranza di loro avrebbe come riferimento il centro-sinistra. O almeno, questa è la convinzione dei partiti dell’area (il Labor di Shelly Yachimovich e Yesh Atid, C’è futuro, di Yair Lapid oltre a quello di Livni). Il che lascia spazio a telefonate e sms dell’ultimissimo minuto, come succede in casa Hatnua “Secondo i nostri dati il 60 per cento degli elettori indecisi di centro-sinistra sono ex sostenitori di Kadima, che hanno appoggiato Tzipi in passato, e che possiamo convincere a votare per noi oggi, semplicemente illustrando le nostre ragioni” ha spiegato il coordinatore Boaz Noll.Basteranno questi sforzi a modificare in modo effettivo l’esito delle urne? Realisticamente no. Analisti e giornali di tutto il mondo sono concordi nel definire quella che si aprirà il 23 gennaio in Israele la stagione della destra. L’attuale primo ministro Benjamin Netanyahu è stato dato come vincitore annunciato sin dallo scioglimento della diciottesima Knesset lo scorso ottobre, al punto che i responsabili della campagna della sua lista Likud-Beytenu individuano come principale pericolo l’apatia dei propri sostenitori (“siccome Bibi vince comunque, posso anche non perdere tempo ad andare a votare tanto non serve”). Un pericolo amplificato dal fatto che Netanyahu in questa corsa alla rielezione ha trovato un avversario temibile dove proprio non si aspettava: alla sua destra. Naftali Bennett (nell’immagine), astro nascente di Habayit Hayehudì, la Casa ebraica, punto di riferimento politico della popolazione degli insediamenti, è stato il vero protagonista della campagna elettorale, con i media di tutto il mondo che hanno fatto a gara per raccontarne storia e personalità, dopo che la sua formazione è schizzata nei sondaggi a terzo/quarto partito della futura Knesset: 14 i seggi per Habayit Hayehudi nell’ultima proiezione, dietro i 32 di Likud-Beytenu e i 17 del Labor, ma davanti ai 12 di Yesh Atid e del partito religioso sefardita Shas e agli 8 di Hatnua.A proposito del rischio di mancata partecipazione al voto, un’altra tendenza emersa nel corso della campagna elettorale è il timore di un’astensione di massa tra i cittadini arabo-israeliani. Inedita in questo senso, a fronte dei sondaggi che suggeriscono il rischio concreto che vada alle urne meno del 50 per cento di loro (furono il 75 per cento nel 1999 e il 54,4 per cento nel 2009), la scelta di Haaretz di pubblicare alcuni giorni fa sulle proprie pagine un appello in lingua araba. “L’alta partecipazione al voto della popolazione araba gioverebbe a tutti coloro che tengono alla democrazia, ebrei e arabi allo stesso modo. I cittadini arabi devono uscire e votare, per la pace, per l’eguaglianza e per la democrazia”.Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked,http://moked.it/blog/

"Voglio tornare a vivere in Israele"

«Voglio tornare in Israele e prendermi anche la cittadinanza. E intendo farlo dopo tanti anni, per alcuni buoni motivi. Il 27 gennaio sarà il Giorno della Memoria e c’è ancora, purtroppo, molto antisemitismo nel mondo e poi perché credo che Israele sia oggi l’unico Paese che offra la prospettiva di un futuro colto e intelligente, un Paese dove la gente ha uno stile di vita più semplice, solidale, che trova forza in un grande amor patrio e in un profondo senso della vita». E’ con queste parole che Fiamma Nirenstein, deputato del Pdl, vicepresidente della Commissione Esteri della Camera, ha annunciato il proposito di non ricandidarsi alle prossime elezioni e di lasciare invece l’Italia per Israele – uno dei suoi due amori insieme al giornalismo, “i migliori incontri che io abbia mai fatto” li definisce.Una scelta dettata dalle passioni delle sua vita, ma anche, sembra di capire, dalle prospettive politiche di quest’Italia prossima alle elezioni: “Ho paura di quel che può accadere, di vedere orde di grillini invadere il Parlamento. Quella non sarebbe democrazia. E’ importante andare a votare ma le indicazioni che escono dal voto non sono sempre democratiche. Il rischio è che il livello di democrazia, anziché innalzato, venga abbassato da certi esiti”. E poi sulla scelta di lasciare l’Italia e l’attività politica ha pesato una profonda delusione, osserva ancora la Nirenstein. “Sono rimasta profondamente delusa quando Monti ha dato per la Palestina l’indicazione di votare sì al riconoscimento dello status di Stato non membro all’Onu”. Lo ha fatto “nella prospettiva di un migliore rapporto con la sinistra” continua la Nirenstein; “Convinto, come altri, che la moneta filo araba possa pagare e ripagare. Sono preoccupata. Perché se si dovesse vedere di nuovo un D’Alema ministro degli Esteri, l’Italia ripiomberebbe in una posizione arretrata, con una visione distorta delle problematiche del mondo arabo e di Israele”.http://www.mosaico-cem.it/

 

Israele, un posto dove è bello nascere 
Questa volta non scrivero’ di guerra, di palestinesi, di odio e antisemitsmo ma provero’ a raccontare una bella storia, una storia israeliana , una storia di  solidarieta’umana  unita al lavoro e alla collaborazione.    Esiste da  anni a Tel Aviv un centro ricreativo e culturale che si chiama Nalaga’at Centre e si trova al vecchio porto di Jaffo da anni ormai restaurato  e trasformato in un quartiere molto ricercato, particolare, pittoresco dove la sera gli israeliani  vanno a cena nei bellissimi ristorantini e poi  a teatro, al luna park o semplicemente a sedersi in un caffe’.Il particolare di questo enorme centro e’ che  il personale e’ non udente e non vedente, spesso le due cose insieme.  Una situazione non facile che generalmente emargina le persone disabili, ebbene Israele ha voluto dare loro una possibilita’ aiutandoli a diventare autonomi e indipendenti  nel modo piu’ dignitoso possibile attraverso il lavoro, lo scambio di emozioni, l’arte. Al Caffe’ Kapish  belle ragazze e ragazzi (israeliani ebrei e arabi) sorridenti, tutti completamente sordi, intrattengono  i clienti, ricevono le ordinazioni, usando la loro lingua, la lingua dei segni. E’ un’esperienza bellissima e talmentre coinvolgente che in men che non si dica i clienti “normali” incominciano a muovere le mani copiando i segni dei loro ospiti.Dopo un primo momento di sconcerto per la situazione nuovissima e strana,  i clienti del Caffe’si trovano a proprio agio e incominciano a imparare, divertendosi, la nuova lingua  cercando di farsi capire tra grandi risate silenziose per non turbare l’assoluto silenzio del locale. Il personale li coinvolge, li avvolge in un’atmosfera affettuosa,  insegna loro cosa sia la diversita’ vissuta con allegra positivita’  e loro si lasciano guidare verso un’esperienza unica e esaltante.Un’esperienza fuori dal mondo.http://www.nalagaat.org.il/kapish.php Nel teatro del Nalaga’at Center recitano attori sordomuti (anch’essi appartenenti a  tutti i gruppi esistenti in Israele, ebrei, arabi crstiani e arabi musulmani, drusi, beduini). Vi sono spettacoli per bambini dai 5 anni in su,  decine di bambini che vengono portati dalle scuole o dai genitori a imparare che la diversita’ non significa solo problemi enormi  ma anche gioia , anche lavoro,  anche solidarieta’, anche amore, anche fratellanza e soprattutto “Siamo uguali a voi!”.Give me a sign, dammi un segno...e possiamo comunicare. I bambini imparano e,  in silenzio, riescono a partecipare e a divertirsi  provando una gioia diversa , un divertimento senza confusione, rumore, senza eccessi , vengono letteralmente travolti da gioia pura mista a un grande interesse per quel mondo sconosciuto fatto di musica,  di  sorrisi e di mani che si muovono per parlare..E’ un tipo di esperienza profonda e cosi’ importante che non  dimenticheranno mai.     Durante le recite in sala non si sente volare una mosca, provate a pensare cosa possono combinare decine di bambini tutti insieme, bambini che di solito gridano, ridono , si muovono, fanno confusione insomma. Bene quando sono in quel teatro si ammutoliscono e , sorridendo un po’ imbarazzati, pendono letteralmemte dalle mani degli attori, non perdono un segno, applaudono agitando le mani alzate, ridono, si divertono  e poi vanno sul palco insieme agli attori e si “parlano” .I bambini imparano subito e in quell’atmosfera serena e allegra fanno volare le loro mani come farfalle, all’inizio intimiditi da tutto quel silenzio ma poi , travolti  dall’atmosfera dell’ambiente,  si lasciano andare, come ogni bambino, alle carezze e al nuovo linguaggio dei loro “strani” nuovi amiciDurante lo spettacolo  in una parte del palcoscenico che e’ sempre alla stessa altezza del pubblico, alcuni attori fanno il pane, lo cuociono all’istante e alla fine chiamano i bambini che lo spezzano lo mangiano, ancora caldo e lo portano al resto del pubblico in sala. http://www.nalagaat.org.il/ten.php Il  messaggio di queste persone e degli organizzatori e’ ” siamo ciechi e sordi ma siamo creativi, sentiamo gioia, siamo autosufficienti, lavoriamo e vogliamo essere accettati come normali cittadini  uguali a voi nel  rispetto reciproco.”.La prima produzione del gruppo  “Deaf-blind Acting Ensemble, “Light is Heard in Zig Zag”, si e’ esibita in tutta Israele con grande successo e adesso la seconda produzione  “Not by Bread Alone” e’ fissa al Nalaga’at Center . Gli “attori” preparano il pane, non vedono e non sentono niente , tutto quello che fanno e’ il risultato della loro grande capacita’ di “sentire” le onde, gli odori, sensazioni  spesso dimenticate dai “normali”.Fare il pane e’ un atto altamente simbolico, il pane e’ la casa, l’ospitalita’, il calore, la tradizione, addirittura le origini del genere umano, il pane e’ una cosa che si fa con le mani e che, lavorarlo lentamente,   da una sensazione meravigliosa di pace .Gli attori/ amici  interagiscono col pubblico, lo fanno intervenire, salire sul palcoscenico, lo fanno impastare, odorare,  insegnano come metterlo nei forni senza bruciarsi ( la scoperta e’ che i “normali”  sono i meno capaci di prestare attenzione e, di fronte ai “disabili”e alla loro grande manualita’, sono proprio loro a trovarsi in difficolta’).Alla fine tutti mangiano il pane appena sfornato guardandosi e sorridendosi, cercando di comunicare  le proprie emozioni  mentre alcuni sordi vedenti le riferiscono ai ciechi non udenti,  battendo con le dita sulle loro mani, per raccontare le  sensazioni del pubblico.  Grandi e beati sorrisi illuminano i volti degli attori.Credo che nessun pane abbia un sapore migliore di quello dei “Deaf-blind Acting Ensemble”.http://www.nalagaat.org.il/theater.php Infine, il pezzo forte del centro, l’esperienza piu’ strana e sconvolgente,  e’ il ristorante per ciechi che si chiama, appunto, Blackout.Immaginate di entrare in un locale dove il  buio e’ totale, non si vede assolutamente niente. Entrate e venite  accolti da un cameriere cieco che vi accompagna, con passo sicuro,  al  tavolo mentre voi annaspate incerti stringendo la sua mano, vi fa sedere con attenzione perche’ troviate la sedia giusta senza cadere per terra e poi ha inizio l’avventura della cena.Vengono consegnati dei tovaglioli da legare al collo, molto grandi, perche’ non si puo’ vedere cio’ che si mangia e lo si deve fare con le mani, rischiando di macchiarsi. Non esistono posate. Quando gli occhi si abituano al buio totale si incomincia a sentire la presenza di altri commensali  che mangiano, parlando sottovoce, che magari rovesciano i bhicchieri ma c’e subito un cameriere che interviene, sicuro come se vedesse,  per aiutare il povero imbranato “vedente” Il cibo e’ ottimo e il menu ricco e vario e , sembra impossibile ma , abituati come siamo  nella nostra quotidianita’ “normale” a non far caso al sapore del cibo ingurgitato in fretta tra un’occupazione e l’altra,  istantaneamente, nel buio assoluto, ecco che ci si accorge di avere anche  altri sensi, l’odorato, il tatto, l’udito  e mangiare diventa un’ esperienza gioiosa e piena di incognite anche comiche e esaltanti, indovinare cio’ che si mette in bocca senza vederlo, indovinare solo dal sapore e dall’odore il tipo di verdura, di carne o di pesce, scommettere se nel dolce c’e del liquore e che tipo di liquore,  scoprire infine  che lo si puo’ fare se si presta attenzione e si diventa piu’...umili e piu’ aperti a quello che ci circonda, diventa un’esperienza esaltante.....dicono  loro “c’e’ tanto da vedere quando gli occhi sono chiusi”  http://www.nalagaat.org.il/bo_menu.php Nessuno ha mai parlato  di questa eccellenza tra le tante di Israele, siamo cosi’ coinvolti dai problemi di sicurezza e di  guerra o terrorismo che non si parla d’altro, i giornalisti stranieri sono troppo impegnati a dipingere Israele come un paese di soldati e di religiosi da non porsi nemmeno il problema che questo  sia un paese dove , senza fatica, si trova il bello, si sente  una gioia di vivere tanto forte  che Israele, nonostante la situazione di guerra continua,  e’ uno dei primi 20 paesi  al mondo dove i suoi cittadini dicono sia “bello nascere”.Israele’ e’ intelligenza, e’ vita ,  e’umanita’, e’ anche un  gran casino come tutti i paesi mediterranei, e’ anche un po’ cafona  e villana, e’ definita “fico d’India” , spinoso ma dolce, molto dolce e  , a differenza di altri, e’ un paese che funziona , che va avanti a testa alta e con orgoglio nonostante le avversita’ e i pericoli, e’ un paese che 65 anni di guerre non sono riusciti a piegare,  e’ un paese di giovani pieni di inventiva e di capacita’ che fanno di Israele una “start up Nation” in tutti i campi , scienza, tecnologia, cultura, business. E’ uno dei paesi al mondo dove si legge di piu’.  Insomma, Israele, nonostante i suoi tanti detrattori e i suoi immensi problemi di sicurezza,  e’ un paese dove e’ bello nascere, un paese chein grado di  illuminare  anche chi  vive nell’ oscurita’ e nel silenzio. Deborah Fait,http://www.informazionecorretta.com/

infografica_elezioni_israele_falafel_cafehttp://falafelcafe.wordpress.com/



GIORNO DELLA MEMORIA 2013 Perugia 24-27-29-30 gennaio 2013

24 gennaio 2013 ore 17.30 Sala della Vaccara, Palazzo dei Priori Piazza IV Novembre Presentazione dei libri fotografici dai luoghi della Memoria di Auschwitz e Birkenau
“Lo Spirito del Luogo” di Vincenzo Catalano Esecuzione del reading di letture scelte a cura di Letizia Cerqueglini “E ad un’ora incerta”Voce recitante di Simona Esposito Musica di Federico Galieni, violino solista Ingresso libero
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Domenica 27 gennaio 2013 ore 17,30 Sala dei Notari Palazzo dei Priori Piazza IV Novembre Spettacolo teatrale liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Jacovos Cambanellis Mauthausen La libertà arrivò a maggio di Letizia Cerqueglini con Mauro F. Cardinali, Simona Esposito, Alice Spito Musiche di Andrea Ceccomori Costumi Liceo Artistico B. di Betto, Laboratorio di design della moda, del tessuto e del costume, classe
A seguire: Mauthausen e la Shoah a teatro: il sacro duello tra la morte e l’arte del novecento Al termine dello spettacolo autori e interpreti dialogano con il pubblico sui significati e l’esperienza del Mauthausen Ingresso gratuito
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Martedì 29 gennaio ore 17.30 presso la Feltrinelli di P.zza Italia Incontro con Gabriele Nissim A cura di Letizia Cerqueglini Dialogo con l’iniziatore della Foresta dei Giusti e autore di numerosi testi sulla Memoria del bene Letture di Alice Spito
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Il Diritto della Memoria Riflessione sullo sviluppo del Diritto Internazionale, sui diritti umani e sulle leggi della convivenza tra i popoli, elaborati a seguito dei crimini perpetrati nella Shoah Mercoledì 30 gennaio 2013 ore 9,30 Sala dei Notari Palazzo dei Priori Piazza IV Novembre Interventi:Letizia Cerqueglini – Presidente Associazione Italia Israele di Perugia Shoah ed evoluzione dei diritti umani: il cammino da Norimberga alla Corte Penale Internazionale Francoise Kankindi – Presidente BeneRwanda Onlus Rwanda, il genocidio ed il Tribunale Penale Internazionale Semso Osmanovic - Testimone di Srebrenica, Avvocato La Corte dell’Aja per Srebrenica: risultati ed obiettivi Saranno presenti:Wladimiro Boccali, Sindaco di Perugia Catiuscia Marini, Presidente Regione Umbria Maria Letizia Melina, Direttore Ufficio Scolastico Regionale Mario Tosti, ISUC
Gabriele Nissim, GARIWO, La Foresta dei Giusti I ragazzi delle Scuole della Città di Perugia Presentazione della piattaforma telematica Black Out the Dark! Oscuriamo il buio!
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30 gennaio 2013 ore 17.30 Sala della Vaccara, Palazzo dei Priori Piazza IV Novembre
Memoria del bene ed educazione alla Cittadinanza Saluti del Sindaco della Città di Perugia Wladimiro Boccali Modera Alberto Krachmalnicof, Italia Israele Perugia Intervengono:Gila Matzliah-Liberman , Tel-Aviv, The Israeli-Polish Mental Health Association From Holocaust narratives to values: the trasformation from trauma to hope Katja Sogreeva, Fondation FranceIsrael-Parigi New Ambassadors of Memory: transmission of Holocaust remembrance via the grandchildren of the righteous among the Nations Semso Osmanovic Testimone di Srebrenica, avvocato Traduzione in sala a cura della Presidente Italia Israele Letizia Cerqueglini